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Disturbi di ansia

aggiornato al | Staff | COMPRENDERE I DISTURBI MENTALI

a cura di Davide Zanzot, medico in formazione specialistica - psichiatria con la collaborazione di Domenico Berardi, Professore ordinario di Psichiatria, Università di Bologna

Concetti generali
Tutti noi nella vita sperimentiamo, soprattutto in concomitanza di eventi stressanti, dei fenomeni di natura ansiosa quali l’apprensione o l’irrequietezza. Si tratta di un’esperienza comune a tutti gli esseri umani, che non ha nulla di patologico. L’ansia è di per sé infatti un processo fisiologico che permette all’individuo di reagire a situazioni di pericolo attivando risposte che coinvolgono il nostro cervello ed i nostri sistemi ormonali.
In alcuni individui però queste risposte diventano eccessive. L’ansia può diventarequindi talmente invadente da interferire nelle capacità operative e nel funzionamento globale di un soggetto. L’ansia può manifestarsi in molteplici modi: alcune volte come semplice emozione ed esperienza psicologica, altre volte invece attraverso manifestazioni di natura fisica, i cosiddetti sintomi somatici. Tra i sintomi soggettivi d’ansia troviamo la preoccupazione, la paura di perdere il controllo, l’irritabilità, la difficoltà a concentrarsi. Tra i sintomi fisici (somatici) alcuni esempi sono caratterizzati da palpitazioni, tremori, dolori muscolari, tachicardia, insonnia, vertigini e manifestazioni gastrointestinali. L’ansia cronica colpisce in genere soggetti con tratti predisponenti di personalità, nei quali eventi della vita di tutti i giorni di lievissima entità sono in grado di scatenare reazioni di natura ansiosa
esagerate e persistenti nel tempo. In alcuni casi invece l’ansia si presenta in forma acutissima: è il caso, ad esempio, degli attacchi di panico. In altri casi l’ansia può essere secondaria a una malattia di natura fisica o all’utilizzo di farmaci e sostanze d’abuso.

La sindrome ansiosa
Dal punto di vista psicopatologico la persona in preda ad ansia sperimenta numerosi stati d’animo: timore, irrequietezza, agitazione, inscurezza. Può inoltre sperimentare sentimenti di vergogna e di imbarazzo. L’ansia può anche essere indirizzata verso un singolo oggetto o animale (è il caso delle fobie). L’angosciato è rinchiuso in un ambito percettivo ristretto: l’ansia predomina sulle altre emozioni e percezioni, diminuendo la lucidità e la capacità di riflessione della persona. I sintomi somatici dell’ansia possono essere fisicamente molto invalidanti e da un punto di vista fisiologico sono dovuti a disfunzioni del sistema nervoso vegetativo simpatico e parasimpatico. Nell’ambito dei disturbi psicotici, ed in particolare nella schizofrenia, l’ansia ha radici molto più profonde: sono l’identità e la consistenza dell’Io ad essere intaccate. Il soggetto psicotico, comunicandoci la propria angoscia, ci rende partecipi della mutata esperienza interiore.

I principali disturbi d’ansia
Disturbo d’ansia generalizzato: in questa sindrome cronica che interessa il 3-5% della popolazione generale, vi è una preoccupazione eccessiva e pervasiva con cui coesistono sintomi di natura somatica e un’importante alterazione del funzionamento sul piano sociale e lavorativo. Gli oggetti principali delle preoccupazioni possono essere molteplici ma spesso riguardano le attività della vita quotidiana, il lavoro, la salute dei familiari e le difficoltà economiche. Il soggetto con questo disturbo è scarsamente rassicurabile, ha molti sintomi somatici, problemi del sonno e lamenta facile affaticabilità e difficoltà di concentrazione.
Disturbo da attacchi di panico: in questo disturbo compaiono degli attacchi d’ansia acuti, inaspettati, accompagnati spesso da sintomi di natura somatica. Gli attacchi in genere si risolvono in 10-30 minuti ma tendono a ripetersi nel tempo con sempre maggior frequenza in assenza di trattamento. Colpisce circa l’1% della popolazione.
Durante l’attacco, il soggetto prova un’intensa paura improvvisa di stare morendo o impazzendo. Possono presentarsi tachicardia, nausea, vertigini, vampate di calore, difficoltà respiratorie, sensazione di nodo alla gola e sintomi di tipo natura dissociativa. In molti casi gli attacchi di panico avvengono soltanto in determinate condizioni o situazioni (ad esempio in auto, al supermercato, in autostrada, mentre si è in fila…) che fungono quindi da trigger per l’attacco stesso. Si parla in questo caso di ‘attacchi di panico con agorafobia’.
Disturbo da stress post-traumatico: si tratta di una sindrome che insorge in seguito ad un’esperienza traumatica con diverse manifestazioni che persistono per più di un mese dopo il trauma scatenante. I principali sintomi di questo disturbo sono:
- Sintomi intrusivi: il soggetto rivive continuamente l’esperienza traumatica tramite ricordi, incubi, flashback e prova un profondo disagio quando è esposto a fattori interni o esterni che simbolizzano o assomigliano in qualche modo all’evento traumatico
- Sintomi evitanti: il soggetto evita luoghi o persone che gli riportino alla mente l’evento e può presentare distacco o disinteresse nei confronti degli altri
- Sintomi di aumentato arousal: si tratta di una forma estrema di ipervigilanza e reattività agli stimoli esterni che si manifesta con insonnia, estrema
distraibilità, attacchi d’ira e risposte d’allarme esagerate nei confronti degli stimoli ambientali. La persona può diventare anche estremamente protettiva nei confronti dei propri cari, a causa della paura che succeda loro qualcosa di brutto.
Fobia specifica: i soggetti con una fobia specifica mostrano una reazione ansiosa esagerata molto simile ad un attacco di panico quando vengono esposti all’oggetto o situazione caratteristici della propria fobia. Tra i principali tipi di fobie vi sono quelle per animali, fenomeni naturali, sangue-iniezioni e situazionali (es. ascensori, aerei, guida di automobili). Per alcuni Autori le fobie hanno origine in seguito ad esperienze traumatiche che generano un’associazione emozionale permanente nel nostro sistema nervoso. Secondo la classica teoria psicanalitica, invece, alla base delle fobie vi sono dei complessi meccanismi di difesa (in particolare lo spostamento) che hanno origine in età infantile in seguito allo sviluppo del conflitto edipico.
Fobia sociale: si tratta di una forma di fobia che si verifica nei contesti sociali o quando è richiesta una particolare prestazione (la cosiddetta ‘ansia da prestazione’). Il soggetto tende ad evitare in tutti i modi la situazione fonte d’angoscia. Tale ‘paura di provare paura’ viene definita ansia anticipatoria e può progressivamente portare all’isolamento. Si tratta di persone introverse, con una bassa autostima e ipersensibili alle critiche ed al giudizio altrui. Questo disturbo è particolarmente associato allo sviluppo di disturbi dell’umore ed all’utilizzo di alcool e di sostanze (a causa della loro azione disinibente).
Disturbo d’ansia da malattia: queste persone sono costantemente allertate dalle sensazioni che provengono dal proprio corpo. Hanno forti preoccupazioni incentrate sulle malattie, sulla disabilità e sulla morte. Sono quasi sempre convinte di avere una malattia fisica grave. Anche dopo aver fatto numerosi esami diagnostici con risultato negativo ed aver ricevuto rassicurazioni da parte dei medici, non cambiano idea e si rivolgono ad altri medici per indagare ulteriormente la natura del proprio disturbo.

Il trattamento dei disturbi d’ansia
Vale nuovamente la pena sottolineare come non tutte le manifestazioni d’ansia abbiano un significato patologico. Di fondamentale importanza risulta informare e rassicurare il paziente riguardo la natura benigna del suo disturbo e discutere assieme riguardo le possibilità terapeutiche, condividendo la decisione sull’intervento scelto.
I gruppi di auto-aiuto e gli interventi psicologici di bassa intensità (quali i programmi di psicoeducazione o l’insegnamento di specifiche tecniche di rilassamento), abbinati ad uno stile di vita regolare che comprenda del regolare esercizio fisico, rappresentano una valida soluzione per i pazienti che presentano sintomi ansiosi di non elevata gravità.
In alcuni casi diventa invece necessario ricorrere ad un aiuto di natura psicologica individuale. Nel disturbo d’ansia generalizzato ed in quello da attacchi di panico particolare efficacia sembra avere la psicoterapia cognitivo-comportamentale: si tratta di una forma di psicoterapia che cerca di individuare le distorsioni cognitive del soggetto e di modificarne i comportamenti disfunzionali attraverso specifiche tecniche. Anche le psicoterapie di stampo psicodinamico hanno certamente un ruolo in questi disturbi. Per vincere le fobie specifiche esistono alcune particolari tecniche di esposizione quali la ‘desensibilizzazione sistematica’ e ‘l’inondazione’ che possono essere messe in atto durante le sedute di psicoterapia.
Il trattamento farmacologico è soltanto l’ultimo step nella gestione dei disturbi d’ansia ed è riservato a quei pazienti nei quali gli interventi precedentemente descritti non hanno ottenuto risultati apprezzabili. I principali farmaci utilizzati nei disturbi d’ansia sono gli antidepressivi SSRI ed i farmaci anticonvulsivanti ad azione ansiolitica.
Il trattamento con benzodiazepine può essere utile nei casi più gravi ma non dovrebbe mai superare le 4 settimane. Tali molecole infatti predispongono allo sviluppo di dipendenza, la quale si instaura in circa la metà dei soggetti che ne fanno uso per più di un mese, indipendentemente dai dosaggi. La dipendenza da benzodiazepine è associata a sintomi fisici e psicologici di astinenza. Questi farmaci possono inoltre essere particolarmente pericolosi nei pazienti anziani, nei quali non andrebbero mai usati. Le benzodiazepine negli anziani possono infatti causare lieve compromissione di memoria ed attenzione. Inoltre, a causa dell’accumulo dei farmaci nel sangue, può manifestarsi sonnolenza durante il giorno con rischio di cadute accidentali o
addirittura di incidenti stradali.
Nel caso della fobia sociale, oltre agli interventi precedentemente citati, possono essere utili i farmaci beta-bloccanti a basso dosaggio. Il trattamento del disturbo posttraumatico da stress è complesso ma prevede in sostanza l’utilizzo delle stesse tecniche psicoterapiche di cui si è parlato (comprese quelle di esposizione). Oltre agli antidepressivi, in questo disturbo vengono talora utilizzati gli stabilizzatori dell’umore.



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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