Cuore di una madre e TSO

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Testimonianza a cura di un familiare

2 novembre 2020
Giornata di commemorazione dei defunti o comunemente detta “Giorno dei morti".
Ieri è stato molto bello. Siamo andati a salutare gli antenati della famiglia di mio marito a Reggio Emilia e a Fabbrico.

testimonianza marco
Come tutti gli anni, sulla strada di ritorno dal cimitero, Gabriele mi ha portato al ristorante di Bagnolo in Piano. Una meraviglia di tradizione, di prodotti genuini, di accoglienza e di serenità. Un posto come ne esistono ormai pochi nella nostra civiltà tecnologica e deviata dall’alimentazione industriale.

L’ho vissuta come se fosse l’ultima giornata bella della nostra vita, come l’ultima sigaretta prima del patibolo.
Nel pomeriggio mi hanno telefonato dall’Ottonello perché Marco voleva parlarci.
È stata una pugnalata al cuore, quasi quasi non riusciva a parlare, era sedato, prigioniero in una gabbia chimica. La sua è stata una richiesta disperata di aiuto, voleva uscire dall’Ottonello e scappare.

Un’immensa tristezza… Marco è un bambino piccolo e spaventato in un corpo da uomo di 47 anni.
Rifiuta tutto, ha sempre rifiutato di essere nato, continua a rifiutare la nostra epoca, le nostre regole, si ribella e si sente impotente a cambiare il mondo.

Nel suo delirio dice di essere il re, di decidere lui come debbono essere le cose.
Invece si sente completamente impotente, ha paura dei nemici sia dentro di sé (le voci) sia fuori (i medici e gli psichiatri).
Nella realtà è lui che viene vissuto come un pericolo: per i medici che lo rinchiudono dentro la gabbia chimica, per i carabinieri che lo hanno convinto a farsi vedere volontariamente al Sant’ Orsola e anche per noi quando urla in casa, batte i pugni sul tavolo e rompe tutto quello che può.

Solo il suo cane lupo non ha paura e gli resta fedelmente accanto durante i momenti di crisi psicotiche violente.
Ieri al telefono l’infermiera mi ha detto: “Adesso è calmo!”. Il suo corpo era calmo perché sedato e quasi paralizzato, ma la sua anima era un vulcano pronto ad esplodere, un vulcano pieno di rabbia e di voglia di vendicarsi.
Non so quale possa essere lo sbocco.

Marco si sente ancora una volta tradito. Era andato dai carabinieri per farsi arrestare e cercare protezione. Un maresciallo molto gentile, dopo un’ora di conversazione, lo ha convinto a farsi ricoverare in modo volontario. Ma quando è arrivato al pronto soccorso del Sant’Orsola hanno chiamato uno psichiatra che gli ha prescritto un TSO perché era in pieno delirio. Tradimento……
Adesso Marco è completamente da solo in un ambiente che lui considera ostile. Non si rassegna, combatte, rifiuta le cure e le medicine chimiche.

Questo forse lo ha preso da noi, perché preferiamo le medicine alternative e le cure naturali. Ma noi sappiamo riconoscerne i limiti, quando ci vuole ci vuole. Lui non sa distinguere, per lui è sempre NO.
Anima di mio figlio, accetta di fidarti, anche se ti vengono proposte delle cure secondo te becere e primitive. In questa fase ne hai bisogno per potere ritornare nella società e per non dovere passare il resto della tua vita in gabbia.

Il mio cuore di madre è spezzato, ti voglio un bene immenso, non siamo tutti tuoi nemici. Abbiamo sicuramente sbagliato con te, persona cosi sensibile, ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Abbiamo provato. Con te è difficile perché ci poni sempre delle sfide che vanno al di là del possibile nella nostra attuale civiltà. Tu sei già più in là, vivi in una realtà multidimensionale nella quale si parla normalmente con le energie sottili e con le dimensioni immateriali. Tu sei dentro l’entanglement. Ma noi siamo ancora nella civiltà a 3 dimensioni, non riusciamo a seguirti…

Si, è vero, vivi come se tu fossi un estraneo piombato sulla Terra da un altro pianeta.
Eppure sei figlio nostro.
Sei fatto al 50% dal DNA di tuo padre e al 50% dal DNA mio, ma di una parte di DNA che non si era espressa nelle nostre vite di genitori. Sei la faccia nascosta di noi stessi, la faccia che facciamo fatica a capire.

L’altro giorno mi hai chiesto se sono davvero tua madre, se per caso non sono una madre adottiva, se ti abbiamo nascosto qualche cosa sulle tue origini, talmente ti senti differente da noi.
Si, sono la tua vera madre, esprimi e mi fai vedere una parte di me sinora nascosta, una parte che non vedo e che non riesco ad esprimere.

Vorrei prendere sulle mie spalle il fardello che porti tu sulle tue spalle per il bene di tutta la nostra famiglia. Vorrei riprenderlo, ma non ci riesco.
Vorrei liberarti da tutte le eredità che ti provengono dalle generazioni passate dei nostri antenati che hanno vissuto drammi e guerre, e che sono anche morti in manicomio.

Tu sei grande, sei generoso, vuoi salvare tutti, ma questo compito è troppo grande per te. Lascialo ad altri.
Lasciati curare dai medici, fanno quello che possono con gli strumenti di cui dispongono.
Come un grande, devi accettare di scendere a compromesso: un minimo di psicofarmaci per potere rientrare in famiglia e nella nostra attuale società. Questa è la regola attuale, è così, non puoi e non possiamo farci niente.

Marco, caro figlio mio, ti auguro tutto il bene di questo mondo imperfetto. Vale comunque la pena di essere vissuto. Perché in passato sarebbe stato peggio e perché ti vogliamo un gran bene.
Torna con noi da adulto, non da bambino rassegnato ed arrabbiato.
Sei uno di noi e non è poco. Ti invio molta pace e molto amore.
Mamy




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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