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Chiaroscuri nel mio percorso di Tirocinio Inclusivo

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

a cura di Maria Berri, redattrice di Sogni e Bisogni

Per definizione, i Tirocini di Inclusione Sociale (TIS) rappresentano uno strumento per favorire l'autonomia e la riabilitazione delle persone prese in carico dai servizi sociali o dai servizi sanitari specialistici, in risposta a bisogni complessi che richiedono interventi personalizzati di valutazione, consulenza e orientamento.

Tirocinio

Ricorrendo a una metafora, nell'affrontare, attraverso il mio contributo, la mia individuale esperienza nel tirocinio inclusivo, mi paragono a un alpinista intento a scalare a mani nude una montagna per raggiungere la meta della cima innevata.

Lungo il percorso ho riscontrato tante luci ma anche tante ombre. Numerose sono state le conquiste così come gli ostacoli che pian piano si sono presentati e che sto superando con una certa fatica.

Tra borse lavoro offertemi dall'AUSL di Bologna ed esperienze lavorative a tempo determinato presso studi professionali, come segretaria contabile, il mio Tirocinio di Inclusione Sociale ha inizio nel 2016 nell'ambito del progetto Piattaforma Comunicazione Allargata inserito nel programma PRISMA, che ha come capofila l'Associazione Cercare Oltre. Quest'ultima è presieduta da una capace e volitiva dottoressa dall'affascinante accento francese. Nel tempo la denominazione del progetto ha subito varie modifiche e oggi si intitola Comunicazione e Benessere psicofisico.

Il mio percorso è stato sicuramente costruttivo e formativo. Grazie a questo strumento mi sono sentita accettata, utile e inserita in un contesto protetto. Il mio compito è quello si gestire insieme ad altri utenti della Salute Mentale il sito web Sogni e Bisogni, con lo scopo di renderlo via via fruibile da una platea sempre più vasta.

Svolgo svariate attività come lavoro di segretariato, inserimento dati nel portale, elaborazione di testi in forma di articoli da inserire tra i contenuti del sito e recensioni di libri che vertono essenzialmente su problemi legati alla salute mentale. Inoltre, tra le mansioni mi occupo di intervistare persone che a vario titolo si occupano di tali problematiche e spiegano quali iniziative mettono in campo. Tra gli altri compiti mi alleno all'utilizzo dei social network.

All'inizio eravamo in due ad occuparcene e ci limitavamo al solo inserimento dati. La nostra era una mini redazione composta da me e un altro collega molto paziente dal quale ho imparato tanto, oltre ad avvalerci di altri collaboratori dell'AUSL. Successivamente è entrato a far parte della redazione del sito un poliedrico pubblicista molto sensibile ai temi della Salute Mentale. Da quel momento la situazione è notevolmente mutata in quanto il lavoro ha assunto un taglio più professionale. Il fulcro rimane il sito che ha acquisito una nuova veste ed è stato reso più accattivante, grazie anche alla collaborazione di educatori e operatori del consorzio Indaco di cooperative sociali.

In virtù dell'originalità, della creatività e della ricchezza dei contenuti dello stesso sito, è stata contattata la nostra Redazione per portare tale esperienza a La Spezia. In occasione di un Convegno sulla Salute Mentale abbiamo potuto illustrare il nostro lavoro interagendo con i convenuti. Siamo stati molto apprezzati per il progetto, destando curiosità e voglia di emulazione.

Però non è tutto oro quello che luccica. Nello svolgimento del mio lavoro vengo spesso catturata dall'ansia da prestazione dovuta al fatto che mi cimento in un campo che non è propriamente il mio, essendo laureata in economia mi destreggio meglio con partite doppie, bilanci…

Il disagio che provo mi porta spesso a voler fare marcia indietro o addirittura a voler abbandonare tutto. Fortunatamente, con l'aiuto della mia psichiatra, dei miei colleghi e della mia famiglia, riesco a risollevarmi e a ritornare combattiva.

Altro problema è quello della scarsa retribuzione che non mi gratifica, inoltre, non abbiamo ferie pagate. In buona sostanza è un lavoro non riconosciuto come tale. Credo personalmente che potrei dare molto di più se ci fossero maggiori incentivi economici, ma purtroppo è una questione spinosa che va avanti da anni.

Facendo un bilancio ringrazio chi mi ha offerto questa opportunità in quanto il lavoro ha un impatto terapeutico importantissimo su chi come me soffre di problemi psichiatrici. Abbattere lo stigma, rimuovere il senso di solitudine, il senso di inadeguatezza, contribuire alla socialità sono gli obiettivi su cui bisogna proiettarsi ed io ne sono pienamente consapevole. Faticosamente devo imparare a rimuovere tutti gli ostacoli e come un bravo scalatore non devo mai guardarmi indietro, ma tendere verso la cima e protendermi verso un cielo sereno.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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