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Obiettivo per i nostri figli: essere “Sani e Belli”

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a cura di Giorgia Scivola di AIPD (Associazione Italiana Persone Down)

Le persone con sindrome di Down hanno un rischio maggiore di sovrappeso/obesità rispetto alla popolazione generale. Ciò è dovuto a fattori biologici quali, ad esempio, un basso metabolismo basale ed una concentrazione di leptina non normale nel sangue.

Sani belli AIPD

Tuttavia, le scelte alimentari non corrette e una scarsa attività fisica (fattori ambientali) contribuiscono in maniera significativa all’aumento del rischio di sovrappeso/obesità per le persone con sindrome di Down, con conseguenze più gravi sulla loro salute e sulla qualità della vita rispetto alla popolazione generale.
È quindi necessario abbracciare una strategia che consenta alle persone con sindrome di Down di adottare un corretto stile di vita, agendo su due livelli: sicuramente adozione di corrette scelte alimentari, contemporaneamente alla diffusione di pratica regolare di attività motoria. Situazione ancor più necessaria oggi alla luce del lungo periodo trascorso in casa durante la pandemia.

L’ Associazione Italiana Persone Down (AIPD) ha avuto modo di mettere in pratica tali principi in collaborazione all’Unità Operativa Malattie rare e quella di Medicina dello Sport del policlinico Gemelli di Roma, con le quali ha collaborato alla realizzazione negli anni 2016-17 del progetto “Sani e belli”, finanziato dal Ministero del lavoro e delle Politiche sociali ai sensi dell’articolo 12, comma 3, della legge n. 383 del 2000 Annualità 2015.
Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di migliorare la qualità di vita delle persone con sindrome di Down, con particolare riguardo al benessere dato da una sana e corretta alimentazione e una costante attività fisica. Al centro, il coinvolgimento sempre più consapevole delle persone con la sindrome di Down rispetto a queste tematiche.

Il bambino con disabilità, fin dalla nascita, ha bisogno di particolari cure e assistenza per poter avere un miglioramento della sua qualità di vita. In questo contesto bisogna, per quanto possibile data la condizione, ridurre i deficit funzionali, educare la famiglia e stabilire un programma di nutrizione sana ed adeguata ad aiutare il proprio bambino a crescere e prevenire sovrappeso e conseguente obesità. Per tenere sotto controllo il peso bisogna fare attenzione a quel che si introduce e a quel che si consuma: è importante imparare a saziarsi senza assumere più calorie del necessario. Questo è facilmente realizzabile scegliendo cibi vegetali naturali, che racchiudono poche calorie in grandi volumi, ed evitando dove è possibile per le condizioni del bambino, adolescente e adulto la sedentarietà. La consulenza nutrizionale deve essere vista come uno strumento per far fronte alle problematiche che più spesso si riscontrano. Il calo ponderale può portare ad eccellenti risultati sia sul piano fisico sia dal punto di vista socio-relazionale, determinando un miglioramento dell’autonomia personale e della qualità di vita con un conseguente aumento dell’autostima. Mangiare sano vuol dire rispettare le porzioni adeguate all’età,rispettare orari e seguire lo schema di 5 pasti al giorno, migliorare la qualità nella scelta degli alimenti consumati abitualmente.

Gli effetti benefici correlati alla pratica sportiva sono comunemente riconosciuti per le persone cosiddette normali ma lo sono ancor di più per le persone con sindrome di Down. Pertanto, laddove il movimento provoca un miglioramento nelle condizioni fisiche del soggetto (apparato cardiocircolatorio, respiratorio, tono muscolare, connessioni neuronali, ecc.), tanto più troveremo i benefici di questo miglioramento amplificati in queste persone che, pur non avendo difficoltà motorie particolari, per la loro storia tendono ad una vita sedentaria, che è poco stimolante verso gli aspetti dinamici anche più banali (camminare, correre, saltare, salire e scendere scale, prendere l'autobus, andare in bicicletta, ecc.), che solitamente caratterizzano o dovrebbero caratterizzare la vita quotidiana delle persone. Una mancata esperienza di movimento produce nel disabile una condizione ancor più sfavorevole per l'esplicarsi delle connessioni neuronali che stanno alla base sia dei possibili apprendimenti motori sia di quelli cognitivi. Per questo sarebbe ancor più fondamentale una pratica motoria fin dai primi anni di vita, periodo in cui si struttura lo schema corporeo, cioè l'immagine interiorizzata del nostro corpo e delle sue possibilità d'azione. Se, ad esempio, un bambino ha la possibilità di sperimentare una gamma di movimenti (capovolta in avanti, all'indietro, ecc.) la più ampia possibile, aumenterà esponenzialmente il numero delle sinapsi neuronali, cioè di quelle connessioni tra cellule nervose, che rimarranno nel suo patrimonio neurofisiologico e che saranno utili per lo sviluppo armonico del soggetto nel suo complesso, dagli aspetti cognitivi a quelli mnemonici, da quelli emozionali a quelli intrapsichici.

Il movimento fisico e l’attività sportiva, anche se svolti in modo spontaneo e naturale, non strutturato e organizzato, sono una fonte di benessere psico-fisico. Tutta l’attività fisica e sportiva regolare, costante e adeguata alle possibilità motorie, neurologiche e sensoriali, nonché all’età e alle condizioni generali e psico-fisiche del soggetto, è utile, se non indispensabile, per promuovere e mantenere una crescita e uno sviluppo fisico e psicologico, nonché relazionale e sociale il più possibile armonico ed equilibrato, durante tutte le fasi dell’età evolutiva.

Lo sport, quindi, va inteso non solo come momento di cura, ma anche come momento di amicizia, di esperienza e di festa. Lo sport è la situazione ideale in cui si sperimenta il confronto con l’altro e con i propri limiti, si apprende il rispetto delle regole e il gusto dell’impegno. Lo sport rappresenta una particolare forma di linguaggio e di comunicazione, che avviene attraverso la mediazione corporea e che contiene in sé livelli di integrazione motoria, percettiva, mentale e sociale.

Link per approfondire:
“Sani e belli. Linee guida per una corretta alimentazione e attività fisica” (quaderno AIPD n. 24, a cura di Anna Contardi, Monica Berarducci, Francesco Cadelano e Giorgia Scivola) https://aipd.it/wp-content/uploads/2017/10/Sani-e-belli-AIPD.pdf
Gli esercizi di Matteo https://www.youtube.com/watch?v=AzyMnOpa9kc




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

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...quando amavamo
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perché, dicevano, un pazzo
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Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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