• Home
  • documenti
  • Articoli
  • Accumulazione e dispersione. Una storia di sostegno amministrativo

Accumulazione e dispersione. Una storia di sostegno amministrativo

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

a cura di Federico Mascagni, caporedattore di Sogni&Bisogni

Agata Zambotti è un’amministratrice di sostegno volontaria. Vuole dire che si è offerta gratuitamente di seguire, senza alcun rimborso spese, una persona sofferente di disturbi psichici riconosciuta legalmente non in grado di seguire l’amministrazione economica dei propri beni.

Una parte della psichiatria ritiene il ruolo dell’amministratore di sostegno invadente, ingombrante, in nome del diritto della persona di potere sempre e comunque disporre della propria libertà di organizzare e amministrare la propria vita come meglio crede. Chi scrive modestamente ritiene che, come nell’acuzie patologica sia necessario un intervento esterno, che sia di consapevolezza della propria fragilità o direttamente di cura, così quando si ha un rapporto confuso con il denaro l’intervento di un aiuto esterno sia fondamentale, perché permette a chi è in difficoltà di non ridursi in difficoltà economiche gravi che precluderebbero l’accesso a necessità primarie come l’abitare, le cure mediche, il cibo. Ma leggiamo la testimonianza di Agata Zambotti, amministratrice di sostegno, dalle sue parole dirette.

Sono un amministratore di sostegno volontario da oltre dieci anni. La mia beneficiaria di oltre novant’anni, nubile, laureata in lettere, è affetta da psicosi cronica di tipo ossessivo paranoide con perdita di contatto con la realtà e da mancanza di insight, che le impedisce di avere una vita autonoma. La sua psicologica instabilità si era ulteriormente aggravata dopo la morte della sorella con cui conviveva. Gli unici parenti rimasti sono tre nipoti, con cui non esistono rapporti di nessun genere nonostante i miei tentativi di avvicinamento. Dopo la morte della sorella, con l'aggravarsi delle sue condizioni di salute e la situazione igienico- sanitaria e di sicurezza dell'abitazione in cui risiedeva, comprovata da ripetuti interventi delle Assistenti sociali del quartiere, si è reso necessario un ricovero coatto (TSO). Dopo una degenza in ospedale si è deciso, in accordo con le AS, di ricoverarla in una struttura protetta.

Infatti la malattia l'aveva condotta ad assumere comportamenti assolutamente fuori dalla normalità: portava a casa tutto ciò che trovava per la strada o nel bidone della spazzatura, riempiendo la stessa casa (5 vani) di rifiuti di ogni genere quali giornali, cassette, elettrodomestici, animali morti, etc.. In seguito alle denunce dei condomini si è proceduto alla disinfestazione e svuotamento integrale dell'appartamento, nonché della disinfestazione dell'intero stabile.

All'inizio del suo ricovero vi sono stati atteggiamenti di ribellione e di rifiuto verso l'amministratore di sostegno in quanto tale, per la sua presunzione di totale autosufficienza.
Le difficoltà nell'esperire il compito affidatomi dal Giudice Tutelare hanno riguardato soprattutto la mancanza assoluta di documenti sanitari, fiscali, amministrativi, nonché dei servizi a causa del trasloco in discarica di tutto il contenuto dell'appartamento. Sono stata quindi costretta a rivolgermi agli istituti finanziari al fine di reperire la sua situazione patrimoniale.

Per quanto riguarda l'aspetto economico la beneficiaria, pur avendo la disponibilità di quattro appartamenti (due in proprietà e due in usufrutto) non aveva praticamente nessuna liquidità. Ho potuto quindi contare solo sulla sua pensione di lavoro per far fronte a tutti i debiti nei riguardi del fisco, dei vari condomini, delle società di servizio (Hera, Enel, Telecom, etc.) nonché delle rette dovute alla casa di riposo. Mi sono pertanto rivolta alle Istituzioni locali, e in primo luogo al Comune di residenza per anticipare il pagamento della retta alla struttura di ricovero. Nel contempo, previa autorizzazione del Giudice Tutelare, ho provveduto alla vendita di un appartamento secondo le indicazioni del giudice stesso. In tal modo ho potuto sanare tutta la insolvenza accumulatasi negli anni.

La signora è stata sottoposta ad una visita generale che ha evidenziato una ipertensione ed una cardiopatia. Ciò ha permesso un protocollo terapeutico personalizzato con inclusa la terapia per la sua malattia psichiatrica. Da rilevare che precedentemente non aveva mai avuto un medico di famiglia, per cui, in caso di bisogno, si rivolgeva ad un amico veterinario.
La mia beneficiaria aveva bisogno di cure, affetto e attenzione, ciò che mai aveva avuto nella sua vita solitaria. Con la professionalità ed il rispetto del personale della struttura ma anche con la mia costante presenza, si è dato dignità e serenità alla sua persona. Infatti la beneficiaria aveva il rifiuto di qualsisi norma igienico-sanitaria. Era trascurata nella pulizia della persona e dell’abbigliamento. Il personale della struttura ha avuto grosse difficoltà nel curarne l’igiene personale ed il vestire. La mia attenta cura ha risvegliato in lei l’interesse per l’abbigliamento, così da provvedere, mediante l’opera di una sarta personale, al confezionamento dei suoi vestiti, che mostra con orgoglio agli ospiti della struttura.

Tutto ciò ha permesso alla beneficiaria di avere con me un rapporto di fiducia ed affetto, che si esprime anche in moti affettivi assolutamente impensabili. Durante le visite si interessa e parliamo di vari argomenti (cultura, politica, religione, fatti di cronaca, etc.) e chiede informazioni sulla mia famiglia e sul suo patrimonio.
Il carattere, chiuso e riservato, si è modificato nel tempo; oggi è una persona aperta, gioviale, gentile, di piacevole compagnia.
Poiché è una persona molto religiosa ha espresso il desiderio di andare a Roma per incontrare il Papa. E’ stato possibile concretizzare tale desiderio grazie alla disponibilità di parte del personale della struttura, che si è preso cura completamente della sua persona. Anche il viaggio in treno, la Freccia Rossa, è stato motivo per lei di meraviglia e soddisfazione. A Roma l’abbiamo accompagnata sulla sedia a rotelle in Piazza San Pietro, dove ha potuto salutare il Papa a distanza ravvicinata e consegnare una sua lettera.

Mi preme sottolineare che l'incarico di Amministratore di Sostegno, al di là del gravoso impegno e responsabilità, mi ha enormemente gratificata. Infatti poter aiutare una persona fragile e in difficoltà è veramente un'esperienza bella e coinvolgente, che ti riempie il cuore di gioia.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

Scorciatoie

Sogni&Bisogni

Associazione Cercare Oltre

presso Istituzione Giancarlo Minguzzi
Via Sant'Isaia, 90
40123 Bologna
Codice Fiscale: 91345260375
email: redazione@sogniebisogni.it

Privacy&Cookies

Privacy Policy Cookie Policy