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Scuola e Covid: riflessioni dal DSM-DP

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a cura della dott.ssa Simona Chiodo, Direttore UO NPIA Attività Territoriale (SC) e Responsabile UOS NPIA Bologna Ovest

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ha portato con sé la sospensione della frequenza della scuola in presenza, sostituita dalle lezioni on line.

Il lock down ha costretto ad un radicale cambiamento della gestione scolastica: è stata creata la didattica a distanza, un cambiamento epocale per gli alunni e gli insegnanti.

La scuola è entrata nelle case di ogni alunno e i genitori, costretti in casa, si sono affiancati e allineati al lavoro degli insegnanti, cercando di seguire e sostenere i propri figli in questo nuovo cammino.

Come tutte le Istituzioni, anche quella scolastica si è trovata a doversi riorganizzare e reinventare, pur in assenza di formazione e strumenti adeguati. Superando limiti oggettivi e le resistenze fisiologiche al cambiamento, gli alunni e i loro insegnanti hanno imparato a dialogare attraverso il web, sperimentando anche nuove forme di valutazione (ad esempio, gli studenti del terzo anno della scuola secondaria di I° grado hanno sostenuto l’esame finale on line con presentazione di una tesina).

Gli alunni hanno subito un cambiamento repentino delle modalità relazionali all’interno del gruppo classe, e sono drasticamente cambiate le distanze relazionali, psicologiche e comunicative.

Come mamma di tre ragazzi, posso testimoniare che non è stato facile nel primo periodo riadattarsi a queste nuove consuetudini, e quanta pazienza è stata utilizzata per superare tutti i limiti legati all’utilizzo della tecnologia, dal dovere reperire strumenti per tutti, spazi per ciascuno, incrociando le dita che la connessione non ci abbandonasse. 

I minori con disabilità e bisogni educativi speciali, e le loro famiglie, hanno faticato più di altri in questa operazione di adattamento alla didattica a distanza, così come è stato particolarmente complesso per gli insegnanti di sostegno ed educatori prestare e garantire le azioni a favore dei loro alunni. Sicuramente da parte di tutti, vi è stata la dimostrazione di un enorme impegno unito alla volontà di cercare di trovare soluzioni efficaci per superare le difficoltà.

Dal nostro osservatorio clinico, durante i mesi di lockdown, non abbiamo assistito ad un’implementazione delle urgenze: come sempre, anche in questa occasione, l’età evolutiva ha mostrato grandi capacità di adattamento, superiori a quelle degli adulti, ma di certo pagando un prezzo.

Di quanto sia costato ce ne stiamo accorgendo ora e nei prossimi mesi. Infatti, come NPIA territoriale, in questi ultimi due mesi stiamo raccogliendo alcune segnalazioni di prime visite per problemi psicologici insorti a seguito del lockdown con manifestazioni regressive (enuresi, paura all’addormentamento), manifestazioni ansiose come attacchi di panico con tendenza al ritiro.

E’ per questo che, come adulti di riferimento, sin d’ora e nei prossimi mesi dovremo avere particolare cura ed attenzione per i bambini e gli adolescenti, perché in alcune situazioni non sarà semplice riprendere le normali attività. In particolar modo dobbiamo ricordarci di questa esperienza e ripartire con calma, rispettando i tempi dei minori, non caricandoli da subito di richieste prestazionali, sospendendo il giudizio, cercando di sostenere i più fragili a recuperare sicurezza, la propria autostima.

Come NPIA territoriale, non abbiamo mai smesso di cercare di stare vicini ai nostri assistiti e alle loro famiglie, anche se a distanza, mettendo in campo creatività ed adattabilità.

Le famiglie e i nostri piccoli assistiti, a loro volta, nella maggioranza dei casi, si sono ben adattati, apprezzando grandemente questo enorme sforzo di riorganizzazione per farci sentire vicini ai loro bisogni e alle loro necessità

Il lavoro del Servizio di NPIA con la scuola è da sempre molto stretto, nella ferma convinzione che l’integrazione scolastica sia un valore per l’intera società che va salvaguardato.

E’ per questo che, specie per i minori con disabilità, la ripresa in presenza della scuola è di grandissima importanza, coinvolgendo tutte le istituzioni che si dovranno impegnare profondamente per permettere la ripresa nel rispetto della sicurezza della salute.

Oltre alla partecipazione costante ai gruppi operativi, che si sono regolarmente svolti anche durante il lockdown a distanza, come servizio di NPIA abbiamo curato alcuni opuscoli per i genitori e gli insegnanti, aggiungendo alcune indicazioni per una didattica a distanza adattata per i bambini con disturbi del comportamento. Questo tipo di supporto, anche formativo, sarà senz’altro implementato e curato.

Dobbiamo responsabilmente ricordarci che, mentre per l’adulto lo smartworking può essere una valida alternativa, la scuola a distanza deve essere limitata solo a situazioni emergenziali, perchè per i bambini la scuola non è solo il luogo dove si va per imparare a leggere e a scrivere, ma è il luogo dove, oltre a quello familiare, attraverso la dimensione comunitaria e culturale, i bambini si sperimentano all’interno di un gruppo creando relazioni che porranno le basi per la propria strutturazione identitaria.

Dobbiamo, più che altro, dunque attentamente vigilare per non consentire che la complessità che aumenta, il clima culturale e politico che si modifica, la condizione di affaticamento degli insegnanti, che spesso vengono delegittimati nel loro ruolo istituzionale, non indebolisca il concetto ed il valore di integrazione. 

Anzi come tutte le crisi, che portano sempre con sé anche utili cambiamenti, ci dobbiamo impegnare affinchè, anche sul tema dell’integrazione scolastica, si possano qualificare ancora di più i processi legati all’inclusione. Va ricordato che l’integrazione scolastica è una risorsa e non un peso per l’intera società, che nel complesso è chiamata ad interessarsene. Le tecnologie multimediali, le tecniche di apprendimento cooperativo, i testi modificati, le tecniche cognitive del rinforzo positivo, migliorano la qualità dell’apprendimento di tutti i bambini inseriti in classe.

Quindi, in bocca al lupo a tutti gli alunni, alle loro famiglie agli insegnanti, e che suoni la campanella anche se con mascherine, gel igienizzanti ma in presenza.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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