Il CUFO apre i tavoli di lavoro

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a cura di Antonella Misuraca, Presidente del CUFO

L’emergenza COVID19 ha interrotto bruscamente e bloccato per mesi tutte le attività che comportano assembramenti di persone. Fra queste le riunioni assembleari e di gruppo e le attività delle associazioni finalizzate alla socializzazione.

In questa situazione temevamo che il CUFO, che aveva appena cominciato un nuovo triennio redigendo un ambizioso programma, finisse per perdere, oltre al consueto confronto al suo interno e sul territorio, anche l’opportunità di esercitare appieno la sua funzione consultiva e propositiva.
È vero che durante il lockdown le associazioni si sono attivate per il sostegno a distanza alle persone in difficoltà, sia singolarmente sia in sinergia con il Dipartimento partecipando al progetto “Parla con noi”, ma la voglia di ripartire col programma del CUFO era forte.

Internet si è imposto durante il lockdown come unico mezzo per mantenere rapporti fra le persone e continua a essere preferito da molti, benché sia passata la fase più critica dell’emergenza. Le piattaforme non sono come gli incontri di persona, ma abbiamo visto che hanno almeno il grande vantaggio di poter partecipare pur essendo lontani, magari sfruttando una pausa nelle proprie attività senza dover mettere in conto tempi di spostamento.

Per questo, dopo la fase di emergenza sanitaria, abbiamo organizzato le prime riunioni online in plenaria e abbiamo proposto e condiviso la formazione dei primi tavoli di lavoro. Tenendo presente l'esperienza appena vissuta e il futuro ancora non chiaro, perché la pandemia non è ancora terminata, sono stati scelti fra i vari temi quelli che parevano più attuali, sentiti e pressanti.

La risposta è stata pronta e operosa, hanno aderito subito più di dieci persone per gruppo e nonostante l’avanzare dell’estate hanno espresso il desiderio di intensificare gli incontri. Così nel mese di luglio si sono organizzate le prime riunioni, serrate nella tempistica per arrivare alle ferie estive con qualche linea generale.
L’idea di fondo del programma triennale, e quindi anche dei tavoli di lavoro, è quella di non separare il campo della Psichiatria Adulti da quello della Neuro Psichiatria Infanzia e Adolescenza, in quanto si ritiene che le rispettive esperienze possano contaminarsi, arricchendosi a vicenda. Abbiamo infatti riscontrato che le esigenze delle due utenze hanno molti più punti in comune di quanto si pensi e non di rado, soprattutto nella fase di passaggio all’età adulta, ma non solo, si verificano anche delle sovrapposizioni.

Si sono quindi formati tre gruppi misti, curando anche che vi fossero comprese le diverse figure rappresentate nel CUFO: utenti, familiari e operatori del DSM-DP.
La presenza degli operatori è fortemente sollecitata, non solo perché le figure professionali possono apportare al gruppo competenza scientifica ed esperienza pratica, ma soprattutto perché sentiamo forte la necessità di affinare un linguaggio comune e di instaurare e diffondere un metodo di lavoro basato sul confronto costruttivo e sulla reciproca disponibilità, nell’interesse delle persone fragili.

Questi sono i tre tavoli:

1- QUALITÀ “PERCE…PEPITE” - ALLA RICERCA DELLE BUONE PRASSI - coordinato da Lucia Luminasi

L’intento non è semplicemente quello di fare il punto sulle soluzioni di emergenza adottate durante il lockdown, ma di soffermare l’attenzione su quelle attività, quei modi di porsi, in cui abbiamo percepito positività. Queste, e altre che troveremo via via, o quelle che avevamo già riconosciuto prima della pandemia e che sono state sospese forza maggiore, sono per noi le “pepite” preziose, da mettere in luce e da presentare come proposte di miglioramento e modelli da replicare..

2- FARMACI, SALUTE FISICA E BENESSERE - coordinato da Carlo Hanau

Sul tema dei farmaci, sempre molto sentito e controverso, da anni sono stati organizzati studi e incontri, come il lavoro del Cufo su “Farmaci e famiglie" e quello svolto dalla Consulta Regionale Salute Mentale, da cui sono scaturite le recentissime raccomandazioni sull’uso degli antipsicotici. Ma ora vorremmo prendere in considerazione a tutto tondo il benessere psicologico, fisico e relazionale dell'utente.

3- CAREGIVER coordinato da Liana Baroni

Durante la pandemia i caregiver sono stati il tassello sociale senza il quale non si sarebbe potuti andare avanti, perché su di loro si è completamente riversato il sostegno all’utente. Questo ha reso ancor più evidente il gravoso carico che i caregiver sostengono quotidianamente e l’importanza di dare loro supporto e sollievo, ma ha anche dimostrato la loro grande forza, esperienza e fantasia, doti che vanno valorizzate coinvolgendoli nelle scelte.
Il taglio dei tavoli è volutamente aperto, proprio perché vi sia la possibilità di un’esplorazione a vasto raggio, attenta, approfondita e senza pregiudizi, e si possa giungere a proposte concrete, condivise e praticabili.
Ora durante la breve pausa estiva, ciascun componente potrà riflettere, studiare e raccogliere le idee per ripartire con maggior lena a settembre, possibilmente in presenza. COVID-19 permettendo.

 




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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