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Le serate del venerdì: Intervista al dott. Michele Filippi

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

a cura di Maria Berri

La redazione del sito Sogni e Bisogni, a proposito delle attività che si svolgono all’interno dei Progetti PRISMA, ha intervistato il dott. Michele Filippi, psichiatra, da sempre molto attivo nell’ambito di iniziative realizzate insieme a persone con disagio psichico.

Nell’associazione Progetto Spazio Amicizia onlus, il dott. Filippi partecipa alle serate del venerdì (Serate Genn_Marz 2019), iniziativa all’interno del progetto PRISMA “Teniamoci forte!”. Queste serate hanno lo scopo di stare in compagnia, cenare insieme, conoscersi, fare delle chiacchiere e anche alcune attività strutturate. 
La redazione ha posto alcune domande utili ad approfondire la metodologia utilizzata per gestire questo spazio informale.

Come sono strutturate queste serate del venerdì e da quando si tengono gli incontri?
“ Gli incontri dell’Associazione si svolgono dal 1996. Dai primi anni 2000 ci si trova presso il Centro Sociale Culturale e Ricreativo Annalena Tonelli, ubicato in una frazione di San Lazzaro di Savena. Oltre alla consueta cena sociale, si favoriscono le su citate chiacchiere e durante il dopo cena ci può essere la proiezione di un film, il karaoke, l’ascolto di improvvisazioni al pianoforte… o una conversazione in cui si affronta un tema specifico, evitando i dibattiti. Esattamente sei anni fa si è deciso di programmare in una serata cosa fare nei tre mesi successivi. La procedura consiste nel valutare contestualmente argomenti da proporre, dopo aver scelto insieme i temi da discutere, si passa alla votazione che a maggioranza seleziona i tre argomenti da calendarizzare. Una volta al mese si effettua la disquisizione dell’argomento con tutti i partecipanti. Chi ha una storia di operatore sono solo io. La stragrande maggioranza sono utenti che provengono da gran parte della città e altri che sono in genere parenti.”

recoveryVQuali sono gli argomenti proposti e con quale metodo vengono discussi?
Gli argomenti possono riguardare sentimenti ed emozioni come la solitudine, la gelosia, l’invidia, i ricordi. Io penso e scrivo 8/10 domande sul tema scelto che metto a disposizione di tutti i partecipanti. In seguito, chiedo a colui che ha proposto il tema, una breve introduzione dell’argomento. I temi possono riguardare la vita soggettiva e le relazioni interpersonali e talvolta si discutono temi che interessano la salute mentale, al di là delle cure farmacologiche.
In qualità di moderatore utilizzo il metodo di lasciare i presenti liberi di esprimersi, i quali toccano le proprie problematiche e le esperienze della loro vita. Intervengo solo in alcuni casi con un mio parere, anche quando vengo da loro coinvolto, senza giungere ad una conclusione strutturata. In generale le conversazioni durano un’ora e mezza, due ore”.

Quali obiettivi e quale finalità s’intendono raggiungere?
“Insieme con i partecipanti intendiamo raccogliere una vasta gamma di opinioni che possano aiutare il soggetto ad arricchirsi sia a livello personale e sia nell’interazione e relazione con gli altri. Le opinioni sono maturate personalmente evitando i dibattiti. Inoltre, riuscire a fornire al soggetto stesso maggiori punti di vista su se stesso e sulle relazioni, in modo da offrirgli strumenti per divenire più aperti e tolleranti. Mi è capitato, attraverso questo metodo, di fa emergere dalle persone anche forti emozioni, talora drammatiche. Non c’è l’intenzione di aggiungere qualcosa al bagaglio personale di ognuno, ma di rafforzare l’autonomia e migliorare le relazioni sociali”.

Cos’è la Recovery e come viene utilizzata in questo contesto?
Recovery vuol dire recupero, riprendere in mano la propria vita, avere più autostima, superare lo stigma, guarire forse no perché “guarigione” in italiano vuole dire non prendere più farmaci. Una ripresa anche facendo i conti con un disturbo che continua. Non aspettare quando sarò guarito per vivere meglio. Va intesa nel senso più ampio del significato. Non si tratta di Recovery Star, uno strumento elaborato dal Triangle Consulting nel 2011 come prodotto di una ricerca-azione condotta con la partecipazione di operatori ed utenti di diversi Servizi di Salute Mentale di area londinese, utilizzando metodi qualitativi e quantitativi per supportare l’utente nel percorso di cura e riabilitazione, ma in queste conversazioni al Tonelli il recupero o ripresa vengono intesi con più flessibilità, anche di fronte alla presenza di un disturbo psichico. Nella Recovery il lato soggettivo è fondamentale, si raggiunge un obiettivo quando il soggetto risolve il suo recupero. Ad esempio se il soggetto decide di dimagrire per conquistare una persona, ed è quello che si sente di fare, s’impegna a farlo. L’obiettivo non è risolvere i problemi ma far riflettere le persone.
Gli incontri hanno una forte valenza sociale in quanto cerchiamo di promuovere una visione di sé stessi e degli altri al di là del pregiudizio. Questi momenti di socializzazione dei pensieri, delle emozioni, degli stati d’animo, dei ricordi, farebbero bene non solo ai partecipanti, ma anche allargati a tutta la cittadinanza. Infatti, già all’interno del gruppo sono spesso presenti alcuni cittadini”.



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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