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Le (e)lezioni brasiliane: Basaglia vs Bolsonaro

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

A cura di Federico Mascagni e Daniele Collina

Da cinque anni un gruppo di utenti psichiatrici si è costituito in cooperativa e ciascuno è impegnato in attività lavorative e ricreative. Sofia lavora in un bar come cameriera. Walter fa il tecnico del suono. Maria è ricamatrice. Cristina è una cuoca. Silvia è una militante nella lotta anti manicomiale, vicepresidente di una associazione di utenti. Visti i nomi e le attività potrebbe sembrare una delle tante cooperative sociali italiane la cui presenza diamo ormai per scontata.

Ma questo gruppo, del quale abbiamo nominato solo alcuni nomi, proviene dal Brasile. Più precisamente da Belo Horizonte. “L’ultima città in cui Franco Basaglia tenne il suo ciclo di lezioni” ricorda Maria. Ma rispetto all’Italia in Brasile esistono ancora i manicomi, e Belo Horizonte è attualmente una sorta di fortino nel quale la comunità, i terapeuti, le associazioni e le cooperative come la loro, la Suricato, resistono alla brutta aria che tira già da qualche anno e che con l’elezione a presidente di Jair Bolsonaro è destinata a peggiorare.foto brasile
Il gruppo, ospite del Dipartimento di Salute Mentale - DP dell’Azienda USL di Bologna , si è finanziato per questo viaggio di confronto con l’istituto felsineo con un crowdfunding su internet e con mercati in cui hanno venduto prodotti gastronomici e di artigianato. La posizione della cooperativa, dichiaratamente Basagliana, non può che essere di stampo socialista. “Per due anni, dalla deposizione del presidente regolarmente eletto Dilma Rousseff, abbiamo vissuto in un golpe bianco che ha progressivamente riportato il Brasile in una "condizione conservatrice, negando i diritti acquisiti.” Maria racconta di 28000 letti in più nelle strutture psichiatriche, del congelamento per 20 anni (2016-2036) del tetto di finanziamento per l’assistenza sociosanitaria, rendendo impossibile ogni forma di progresso. “Alle strutture specializzate pubbliche si sta sostituendo il privato organizzato dalla potente chiesa neopentecostale, nelle cui strutture non è presente personale specializzato né medico né assistenziale e dove le uniche attività considerate terapeutiche sono il lavoro non retribuito e forzato e la preghiera.
E il neo-presidente Bolsonaro? “Ha proposto in campagna elettorale la totale privatizzazione del sistema sanitario, al quale si accederà sono con piani assicurativi sul modello statunitense, e forse con un’impronta ancora più radicale”. Ma Belo Horizonte resiste ancora.
Nonostante la riapertura del manicomio di Barbacena, con i suoi 160 letti (che fu chiuso in seguito all’incontro “fatale” con Franco Basaglia) come ogni anno da 21 a questa parte il 18 maggio si è tenuto il giorno della lotta antimanicomiale. “Una manifesta-azione preceduta da un concorso per l’inno contro la discriminazione del malato psichico e quindi l’organizzazione di una grande sfilata di samba con più di 4000 persone divise in scuole che cantano tutte l’inno vincitore. Il tema è la sofferenza e il sostegno delle famiglie e dei pazienti che si combatte anche con una sfilata che fermi l’intera città e porti le coscienze dei cittadini a riflettere. Sperano che la storica svolta basagliana di Belo Horizonte, che avvenne paradossalmente durante il periodo militare, non venga cancellata da un presidente democraticamente eletto.



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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