Pericoloso Chi?

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 Un convegno organizzato da Psicoradio per festeggiare dieci anni di lavoro culturale contro i pregiudizi.

Il 24 gennaio una giovane donna è stata uccisa da un ospite della comunità in cui lei lavorava.
Questa è la notizia.

Possiamo dividere i titoli degli articoli che ne hanno parlato in due categorie principali: quelli che hanno sottolineato il fatto che l’uccisore fosse un migrante, e quelli che hanno invece scelto di mettere nel titolo un altro elemento, il fatto che la persona avesse disturbi psichici. Poi c’è anche chi è riuscito a stivare in poche parole entrambe le caratteristiche. 

Al primo gruppo appartengono titoli come “Iseo, immigrato uccide operatrice” o “marocchino uccide…” fino allo “Straniero uccide…” usato non solo dai giornaletti scandalistici, ma da un lancio dell’agenzia di stampa ANSA.

L’altro gruppo ha titoli come “Paziente uccide la terapista”, o “paziente accoltella a morte una volontaria” fino al “marocchino psicopatico uccide volontaria” di una testata online.

In tanti anni di lettura, non ho mai visto titoli come “Italiano uccide la ex fidanzata” oppure “Diabetico uccide la moglie”. Eppure, circa ogni tre giorni in Italia una donna viene uccisa da un uomo

Qual è il senso, nei titoli che abbiamo citato, di sottolineare il paese d’origine, o la tipologia d un di un disturbo, se non quello di suggerire (consapevolmente o meno) una relazione con il delitto commesso? 
Dobbiamo però ricordare che i dati dei delitti commessi non indicano nessuna correlazione tra il fatto di avere una diagnosi psichiatrica e una pericolosità statisticamente certa

Anzi, se proprio vogliamo individuare una categoria di persone pericolose, dobbiamo rassegnarci al fatto che è quella degli uomini, in particolare degli “ex”: mariti o fidanzati che non sopportano di essere lasciati, o che sono gelosi, e che per questo uccidono o feriscono la compagna. Dobbiamo aver paura di tutti i maschi? 

Allora, di nuovo ci chiediamo: perché la maggior parte della stampa continua a premere il pedale sull’evocazione della pericolosità – dello straniero, del paziente psichiatrico? Perché aumentare la paura – e il pregiudizio – in un mondo dove la paura sembra si stia diffondendo sempre di più, dove parti del mondo fino a ieri frequentate con piacere oggi sono mete pericolose, dove andare in una discoteca, in una piazza, può essere rischioso?

Chi è pericoloso davvero, e quali sono invece le paure che nascono da pregiudizi così radicati che è difficile accorgersene? Le paure che feriscono chi si sente oggetto di un timore indifferenziato, e per questo viene guardato con sospetto, emarginato?

Psicoradio fino dalla nascita, più di dieci anni fa, cerca di combattere lo stereotipo che nasce dall’associazione troppo spesso evocata di pericolosità e disagio psichico. E per rifletterci con strumenti diversi, Psicoradio ha organizzato “Pericoloso Chi?” un convegno che vedrà discipline diverse – dalla psichiatria alla magistratura, dalla psicoanalisi alla comunicazione – parlare di pericolosità, pregiudizi, cure, cultura.

E per festeggiare dieci anni di lavoro culturale contro i pregiudizi. Presto ne saprete di più. Intanto segnatevi questa data: 17 febbraio, a Bologna!



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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