Nei momenti più tristi della mia vita, per trovare un po’ di serenità, cerco di ricordare giorni sereni.
E uno dei pensieri che mi dà più tranquillità è il pensiero di una bambina a cui i genitori davano il bacio della buonanotte prima di andare a dormire. Oggi lo ricordo con tanto affetto, ma in realtà questi primi momenti di tenerezza a me facevano ribrezzo. Non c’ero abituata.
Prima di andare ad abitare con i miei genitori adottivi, vivevo con una mamma che non era solo avara di coccole, non sapeva proprio cos’erano. Non conoscevo baci e abbracci. Scappellotti sì. Quando finalmente sono arrivata a casa dei miei genitori adottivi gli abbracci erano all’ordine del giorno ma io li vivevo come un soffocamento.
E mi sembrava di dover andare sulla ghigliottina quando, finito Carosello, andando a dormire, sapevo che dovevo affrontare il bacio della buonanotte. Mi sentivo a disagio, mi dava fastidio; ricordo che dopo il bacio mi pulivo la guancia. C’è voluto molto tempo prima di abituarmi a questa consuetudine e molto di più per capire che questo era affetto. Però oggi, quando sono triste, ricordo quel momento di tenerezza e sto meglio.
Cristina Bonaita
(Il Faro – febbraio 2014 - Anno VIII - n° 1 tratto da: LiberaLaMente n°60 dic. 2013)