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Dal punto di vista ai un figlio che vive con la mamma malata

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

Cari genitori, chi scrive questo articolo è figlio di una donna affetta da schizofrenia, Non è stato facile accettare la malattia della mia mamma, il suo essere tormentata dalle voci e le sue manie di persecuzione. Ancora adesso non è semplice vederla per molte ore della giornata distesa su una poltrona, come se la vita la stesse consumando, anziché rallegrarla di essere madre.

I vostri figli invece, hanno la fortuna di avere genitori che desiderano capire e toccare con mano il loro disagio.

Nel corso di questi anni, in cui ho dovuto prendere consapevolezza della presenza nella mia casa di una persona malata di mente, mi sono attivato per cercare delle strade che mi portassero a vivere al meglio questa condizione di disagio familiare.

E' nata da qui l'idea di far parte di un gruppo di auto mutuo aiuto, un'oasi di parole ed esperienze, da cui ho trovato linfa per respirare meglio, provando ad eliminare lo stato di soffocamento che vivevo in me stesso.

Ora dopo più di tre anni e mezzo di frequentazione, a distanza di un mese dall'abbandono respiro bene lo stesso.

Le persone che fanno parte del gruppo siete voi cari genitori, che troppo spesso mi facevate sentire figlio.

Ma prima di essere figli e genitori siamo persone: partendo da questo presupposto credo sia importante, prima di tutto cercare di trovare equilibrio con se stessi e poi col proprio familiare.

Una delle cose che troppo spesso vengono fuori nel gruppo è il senso di colpa di voi genitori. Io cercavo di farvelo superare, non considerando la mia visone di figlio.

Questo è stato il motivo trainante che mi ha indotto a lasciare il gruppo: la mancanza di sincerità verso me stesso. lo volevo solamente proteggere il gruppo, ma io sono figlio e come tale, come tale, non posso non dare delle colpe ai miei genitori, dai quali anch' io, come i vostri figli, non ho avuto comprensione quando ho voluto indirizzarmi verso delle scelte anziché delle altre.

Io non sono diverso dai vostri figli, sono cresciuto tra le insicurezze e le incomprensioni.

Questa similitudine mi spinge a voler frequentare loro piuttosto che voi, per capire meglio me stesso e dare loro una mano a cercare un contatto migliore con la vita.

 

Alessandro & Balanzone

 

 



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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