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Cresce il bisogno psicologico, in Emilia-Romagna la psicologia entra nelle Case di comunità

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

Il 12 aprile si è tenuto presso l’Aula Magna della Regione Emilia-Romagna il convegno “La psicologia nelle Case di comunità”. Alessio Saponaro, responsabile Salute mentale, Dipendenze patologiche, Salute nelle carceri dell’ente regionale, ha condotto la giornata, e con lui abbiamo dialogato per capire le trasformazioni in atto analizzando soprattutto i documenti prodotti, con particolare attenzione alla delibera regionale del dicembre 2023.

psicologia

La fotografia del contesto nazionale in cui ci si muove è allarmante. I bisogni sono crescenti. Innanzitutto, il bisogno di psicologia post pandemia ha assunto dimensioni che non hanno precedenti negli ultimi vent'anni. Tutti tendiamo a rimuovere gli effetti del covid19, facendoci molto male sull’aspetto emotivo. Col covid e la richiesta di aiuti psicologici si sono destigmatizzati la figura dello psichiatra e dello psicologo, lo “psi” è ormai importante come il “bio”.
Non s’è mai parlato tanto di psicologia. Molte Regioni si sono mosse dopo l’Emilia-Romagna per mettere in campo lo psicologo di comunità. Ma alla richiesta crescente le soluzioni a livello nazionale non riescono a coprire le esigenze. Quest’anno il ministero della Salute ha destinato 10 milioni di euro al bonus psicologo e meno del 10% delle domande verranno soddisfatte. In Emilia-Romagna su 30mila domande ne sono state accolte solo 2.300.

In un panorama dove si è scelto di non investire sui servizi ma dedicare le risorse ai bonus, le Case di comunità risultano essere un progetto di maggiore solidità. Le Case di comunità vedono un coinvolgimento netto delle politiche sociali, della comunità stessa, in un’idea più inclusiva e complessiva. Questa visione è stata data benissimo dal decreto ministeriale 77 del 2022 dove sono state delineate le strategie delle Regioni. La Regione Emilia-Romagna al tempo aveva già molte Case della salute, dimostrando ampie vedute sul tema di strutture territoriali dedicate alla salute del cittadino.

Il 30 luglio 2021 la RER è uscita con un documento sulle linee per la psicologia della salute e della comunità, dando una chiara impronta su come dovesse essere organizzato ogni settore “psi”. Dal 2021 al 2023 è stata fatta moltissima sperimentazione verificando l’efficacia con evidenti e chiari benefici, con un rapporto relazionale con i medici di medicina generale risultato molto importante. Nel dicembre 2023 sono state stabilite le quattro linee di indirizzo: consultazione psicologica primaria, promozione della salute di comunità, supporto al mantenimento della qualità di vita alle persone con malattia somatica, consulenza organizzativa e formazione ai diversi team multiprofessionali. Insieme ai medici si forniscono informazioni ai cittadini. A conferma del giusto indirizzo intrapreso l’Istituto Superiore di Sanità ha riconosciuto l’importanza del self-help della comunità proposto nel modello della RER.

E infatti nella seconda linea di azione, la promozione della salute della comunità, si pensa a una Casa costruita su nuove funzioni basate sui processi partecipativi della comunità. Si intende darsi cioè un nuovo sistema di empowerment in stretta collaborazione con le associazioni, le esperienze di auto mutuo aiuto, gli Esp della salute mentale, le parrocchie, i centri sociali e quanti possano intervenire per portare la loro voce e la loro esperienza. C’è poi la qualità della vita delle persone che hanno vissuto gravi momenti e necessitano di supporto per arrivare infine alla macroazione in cui lo psicologo ha un ruolo in cui sa valutare le esigenze e partecipa all’organizzazione del servizio come consulente organizzativo. In tutto questo non va dimenticata l’importanza della cartella CURE, che mette al centro l’assistito e sviluppa la telemedicina.
Con questo convegno si è di fatto avviato il percorso formazione/intervento che si svolgerà nei prossimi due anni fino a tutto il 2026.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

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...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
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