• Home
  • documenti
  • Articoli
  • Di che cosa parliamo quando parliamo di percorsi di cura?

Di che cosa parliamo quando parliamo di percorsi di cura?

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

“Frequentavo l’ospedale del mio paese ma mai avrei creduto di finire dentro l’ambulatorio di salute mentale come paziente”. È la testimonianza di un utente durante l’incontro di Recovery College dedicato al percorso di cura organizzato dal Csm Saragozza insieme a Progetto Itaca Bologna. Una vertiginosa caduta nella disperazione degli esordi di una malattia mentale, con alcune tappe fra terapeuti inefficaci, come lo psicologo che “invece che chiudere le falle apriva buchi pericolosi”, fino alla perdita del lavoro e al declino della condizione economica. Infine, l’incontro con i farmaci, esperienza positiva ritenuta necessaria, e gli effetti inaspettati della scrittura come terapia “per oggettivizzare il male”.

percorso di cura

Ma cos’è la cura? La cura è il processo che affronta un male per curarlo. Ma cura è anche la conservazione dello stato di salute del paziente. Questa conservazione, che va oltre la parte medica, si attiva nella relazione, e cioè nel prendersi cura di qualcuno, nell'avere cura di qualcuno. Risiede nella qualità del rapporto fra medico e paziente. Cura è anche ricordarsi le storie di chi si ha in carico. Sapere esercitare l’arte dell’attenzione, essere presenti fisicamente e mentalmente. Sapere comunicare nel modo migliore possibile una diagnosi trovando le parole accettabili. Da qui a parlare di una cultura della cura il passo è breve. La cura, sottolinea uno psichiatra, deve essere reciproca. “Posso dire di essere un bravo psichiatra se nel rapporto fra paziente e curante si esce entrambi cambiati”.

Esiste poi la relazione di cura fra familiari e paziente, che sono gli unici interlocutori del congiunto malato quando manca la sua volontà di accettare una visita psichiatrica, quando oppone un rifiuto a incontrare un medico. In alcuni casi solo un peggioramento della situazione ha portato al processo di cura e all’assunzione dei farmaci. Si arriva cioè alla terapia quando la situazione rischia di essere già cronicizzata. Da quel momento i familiari vivono nella contingenza, in uno stato di incertezza incuneati fra gestione del rapporto col malato e col medico, entrambi spesso muti nei confronti dei congiunti, con i quali anzi dovrebbe crearsi un’alleanza terapeutica, potendo i familiari fornire un punto di vista inedito e oggettivo dell’andamento della malattia.

E poi c’è lo spazio temporale per raggiungere qualcosa. Per la cura bisogna darsi tempo ed essere benevoli con sé stessi, con ottimismo. “La cura è capire cosa mi fa stare meglio in quel momento”. Un ottimismo tuttavia relativo secondo alcuni, che sfatano il mito della guarigione indicando l’andamento di molte delle malattie mentali come un’onda, nella quale situazioni migliori e ricadute si avvicendano.

La precondizione per iniziare una relazione di cura è che nessuno fra le parti in causa abbia paura. Ma non avere paura, quando si parla di salute mentale, è molto difficile. Anzi secondo tutti i presenti, la paura è l’elemento cardine delle difficoltà nell’affrontare la malattia.

Per questo motivo uno dei prossimi progetti all’interno dei Recovery College sarà quello di affrontare questo tema che tocca indistintamente il terapeuta e la paura nell’approcciarsi correttamente col paziente e il suo disturbo, la paura dei familiari nel saper trattare il rapporto con il congiunto, quella di chi ci circonda e lo stigma che la alimenta e infine ma non ultima la paura dell’utente nei confronti della propria malattia, nelle sue insidie intrecciate fra sofferenza, senso di inadeguatezza e disperazione.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

Scorciatoie

Sogni&Bisogni

Associazione Cercare Oltre

presso Istituzione Giancarlo Minguzzi
Via Sant'Isaia, 90
40123 Bologna
Codice Fiscale: 91345260375
email: redazione@sogniebisogni.it

Privacy&Cookies

Privacy Policy Cookie Policy