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Comprendere la malattia per diffondere consapevolezza. Incontro con lo psichiatra Giovanni Ruviero

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

L’associazione AITSAM collabora ormai da anni con lo psichiatra Giovanni Ruviero per trovare strategie utili ai familiari per rapportarsi con i loro cari con disturbi psichiatrici. Si tratta in quasi tutti i casi di situazioni gravi, di profili psicotici dove la collaborazione è scarsa e i risultati positivi difficili da raggiungere. Questo rende il percorso con il dottor Ruviero particolarmente sfidante, attraverso una continua lettura e rilettura della malattia e di possibili metodi di intervento quantomeno per instaurare una relazione familiare-paziente che porti anche a minimi cambiamenti positivi.

fiume
Mercoledì 6 marzo 2024 un gruppo di genitori coordinato dal dottor Ruviero si è trovato alla Casa di Tina, in via di Corticella a Bologna, per analizzare le differenze fra pensiero rapido e pensiero lento, cioè modalità di pensiero che si verificano nelle problematiche psichiatriche quando la riflessione prende il sopravvento sull’agire impulsivo e viceversa.

Questo incontro è stato preceduto dalle definizioni di schizofrenia o comunque delle diagnosi psichiatriche. Ma queste diagnosi sono la partenza per incasellare il problema, senza essere un’etichetta diagnostica che butti familiari e pazienti nello sconforto della malattia. Devono essere conoscenza della situazione. Anche se la psichiatria universitaria si è ritirata troppo nella farmacologia, la finalità deve sempre essere quella di curare con l’utilizzo dei farmaci ma anche con la comprensione della persona, della sua complessità, da parte di tutti gli attori coinvolti fra operatori familiari e utenti stessi.

Per questo motivo il dottor Ruviero parla di una “psicologia dell’empatia” per capire le differenze dei ruoli ed essere utili reciprocamente. Il diritto non è quello solo di conoscere la propria malattia ma di comprenderla a fondo e ciascuno è chiamato a dare il massimo per farsi agente di questa conoscenza e diffondere consapevolezza. Il dottor Ruviero parte da un presupposto: la persona schizofrenica è molto sensibile. Emozioni di piacere e di pericolo possono essere percepite più profondamente rispetto alla norma. La memoria lavora a velocità enormi e unisce pensiero passato e presente in modo formidabile, compresi ovviamente i ricordi spiacevoli. Se nell’Alzheimer vediamo una progressiva cancellazione della memoria e una scarsa percezione della realtà, nella schizofrenia l’eccesso di memoria può provocare l’audizione di voci con ideazioni di spiegazioni per dare un senso alle memorie che emergono.

Si potrebbe parlare di memoria ultrarapida, che porta a una dispercezione dove mancano punti di memoria, dove esistono salti emotivi e frammentari e il ricordo è deformato, selezionando solo ciò che è più sgradevole. Parliamo di emozioni molto forti, molto intense e questo coinvolgimento fra emozioni e memoria determina le allucinazioni.
Per rendere l’esempio più chiaro il dottor Ruviero ha paragonato i nostri pensieri a due fiumi carsici, dove le parti golenali sono rappresentate dalle nostre emozioni; se prendono una via ricca di gomiti che rallentano il pensiero portano all’armonia, se sfociano in un fiume dritto e rapido affastellano le emozioni facendolo deflagrare in un percorso rapido di rabbia e negatività, dove il giudizio è troppo rapido.

Bisogna insomma trovare immagini concrete per dare l’idea del funzionamento del cervello. Creare esempi che possano spiegare ciò che sta succedendo con la finalità di confortare il paziente sulla sua condizione spiegandogliela chiaramente.
Il tema, conclude il dottor Ruviero, non può che essere quello delle modalità di dialogo per affrontare nel modo migliore la malattia in famiglia e fuori. E trovarne di semplici e immediate è un piccolo passo avanti.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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