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Affrontare le neurodivergenze con l'acquaticità

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

Dal bordo della vasca fino a cinque metri di profondità; l’autismo e la trisomia si affrontano anche con l’acquaticità, come viene definita la reazione che corpo e mente hanno a contatto con l’acqua. Su questa relazione lavora ormai da tre anni ScubaSchool, scuola di subacquea nazionale con una succursale bolognese.

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Andrea e Nico dell’associazione raccontano il rapporto speciale che si è creato con le associazioni come GRD-Bologna, ANGSA e CEPS, che hanno accolto con grande interesse la proposta di Scubaschool di provare la subacquea anche per chi ha una neurodivergenza. Quattro open day aperti da settembre a giugno ai maggiori di 13 anni permettono di utilizzare l’attrezzatura subacquea e sperimentare l’esperienza dell’immersione. Il prossimo appuntamento sarà il 17 marzo presso la piscina dello Stadio a Bologna, rivolto tutte le persone con disabilità sia mentale che motoria, sarà limitato a 15 persone con circa 40 minuti di prova per ogni persona con l’obiettivo di fare capire che non esiste nessuna barriera.

Andrea e Nico sono istruttori che lavorano in supporto uno a uno oppure se la persona disabile ha necessità di un sostegno maggiore si può arrivare a un rapporto di due o tre istruttori per persona. Tutto è insomma calibrato secondo criteri di professionalità e in totale sicurezza. Dall’inizio dell’esperienza con GRD-Bologna due anni fa si è creato un appuntamento ogni sabato con un paio di allievi che seguono le lezioni in piscina durante l’inverno e per l’estate si prosegue direttamente al mare.

Le persone autistiche inizialmente hanno più timore - raccontano Andrea e Nico - ma poi superano i loro ostacoli; cerchiamo di creare un ambiente accogliente in cui spieghiamo perché utilizziamo certi strumenti con la prova prima in superficie vicino al bordo piscina per creare un maggiore senso di sicurezza, poi partiamo da una profondità di due metri e mezzo. Una volta che si è creato quel minimo di confidenza se sono d’accordo e ci sono le condizioni li facciamo scendere a maggiore profondità”. E inizia l’avventura subacquea nella quale gli unici rumori sono quelli del respiro e delle bolle d’aria che vengono espulse dal boccaglio. Concentrazione e rilassatezza si fondono in una forma di disciplina dell’esperienza che favorisce l’acquaticità. E non si vuole più smettere.
“In accordo con i genitori creiamo un percorso specifico di cinque mesi per dare una certificazione, una abilitazione o brevetto per piscina o mare in determinate condizioni”.

C’è chi viene con i genitori, chi si muove in autonomia. C’è chi si è comprato una parte di attrezzatura. Quando abbiamo iniziato nel 2017 il corso per disabilità eravamo scettici nel pensare che i partecipanti potessero essere in grado di fare questa esperienza con semplicità, ma provando nella formazione con persone disabili in acqua ci siamo resi conto che era possibile. Il nostro motto 'la subacquea è per tutti' era vera”.
Ci sono ulteriori risvolti legati all’attività; si formano rispetto e fiducia reciproca, si alimenta la socializzazione che si cementifica con momenti conviviali che si svolgono quattro o cinque volte all’anno in occasione della conclusione dei corsi, in cui sono tutti presenti a prescindere da disturbi o no.

“Alcuni genitori temono che l’esperienza sia troppo impegnativa, ma si creano automatismi che i genitori non riescono a immaginare. D’altronde abbiamo regole e standard in cui siamo formati per affrontare regole a garanzia dei ragazzi”.
Si scoprono cose come le capacità, il rispetto delle regole, lo scambio di competenze reciproche che è la base della subacquea che, ricordiamolo, non è un'attività agonistica. Ci sono obiettivi finali di condivisioni su cosa vedere a quale profondità che sono sempre tarate sulle capacità dei meno competenti per dare la possibilità a tutti di partecipare.

Si può contattare ScubaSchool attraverso il loro sito www.scubaschool.it e monitorare i loro eventi o richiedere una prova subacquea dedicata. Sono richieste la capacità di nuotare o almeno una certa confidenza con l’elemento acqua.
Infine Andrea e Nico lanciano un appello: “Siamo due istruttori e ci manca materialmente il tempo per soddisfare le esigenze di tutti. Stiamo cercando altri formatori disposti a fare questo tipo di attività nelle altre scuole di subacquea. Anche negli eventi servono persone in acqua e fuori acqua e per questo chiediamo un aiuto alle associazioni. infine non ci dispiacerebbe trovare uno sponsor per la manutenzione dell’attrezzatura e l’affitto della piscina”. Detto questo il resto è quel confine che unisce l’esperienza con la natura e i suoi elementi alla terapia.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

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...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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