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Un libro per ricordare Antonio e quello che ci ha insegnato

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Maria Berri, redattrice di Sogni&Bisogni

Marie-Françoise Delatour, presidente dell'associazione Cercare oltre - sinergie per la salute mentale e capofila del progetto Sogni&Bisogni, ha sentito il bisogno di scrivere un'opera che raccontasse e ci lasciasse in eredità gli insegnamenti di Antonio, il figlio secondogenito, scomparso prematuramente all'età di 48 anni, il 18 ottobre del 2022.

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Il libro intitolato "Antonio, che cosa ci hai insegnato", è stato pubblicato nel primo anniversario della sua morte e consta di 123 pagine, è diviso in quattro parti e ha in aggiunta le riflessioni finali, i ringraziamenti e gli allegati.

Lo stile accattivante e coinvolgente è, nel contempo. scorrevole e godibile. In appendice, sono elencate le principali tappe della avventurosa e travagliata vita di Antonio, seguito e assistito sempre amorevolmente dai suoi genitori, fino al decesso avvenuto, a causa di un arresto cardiaco, nella sua ultima dimora a Tolè (Bologna).

Nella premessa l'autrice presenta il quadro clinico psicotico del figlio. Dall'età di 22 anni si era ammalato di depressione che nell'arco di un decennio si era trasformata prima in schizo-affettività, in seguito sfociata in una forma molto grave di schizofrenia paranoica, assai dura da sopportare per un giovane uomo e per la sua famiglia.
I problemi cardiaci, da cui era affetto Antonio, erano dovuti, secondo Delatour, all'assunzione di troppi psicofarmaci, alla scorretta alimentazione che gli aveva provocato obesità e all'abuso di sigarette (in certi periodi ne fumava 6 pacchetti al giorno).
Nel tempo i suoi cari hanno affrontato le tante problematiche che via via si presentavano, come le continue crisi che a volte si tramutavano in eccessi di violenza e i tanti ricoveri, che ne erano la conseguenza. Ma Antonio era una persona e non la sua malattia, e questo è il concetto principale che spiega tutto il libro.
È stato per la sua famiglia un maestro autentico e il percorso accanto a lui una vera scuola di vita, come racconta Delatour. Nei momenti di isolamento Antonio trovava giovamento dai lunghi dialoghi con la madre, spaziando e interrogandosi sui perchè della vita, sul concetto di bene e di male e stigmatizzando le tante storture del mondo. Era una persona intimamente pura.

Nella prima parte del testo emergono i grandi insegnamenti che Antonio ha lasciato, come imparare ad ascoltare e saper amare in maniera incondizionata. Marie-Françoise racconta di aver compreso che è più gratificante dare che ricevere e raccomanda una terapia spirituale per elevarsi, come aiutare gli altri, senza aspettative di compensazione, tanto, comunque, arriva e consiste nel vedere il sorriso e la gioia sul viso di chi ha ricevuto aiuto.

Nella seconda parte del libro si esaminano le varie cause della schizofrenia. L'autrice afferma che tutti gli specialisti sono d’accordo su un punto: la schizofrenia è frutto di un processo multifattoriale che può essere legato alla genetica, al neurosviluppo, alla storia personale e familiare, al contesto socio ambientale e relazionale.

Delatour dà molto rilievo al mondo interiore, fatto di anima e spiritualità che porta con sé un karma, cioè una mission da compiere in questa incarnazione terrena.
Ad esempio, come la ghianda contiene in sé tutte le informazioni che servono per diventare una bella quercia se incontra il terreno favorevole, anche il nostro seme personale contiene tutte le informazioni necessarie per farci diventare un bell'essere umano, se troviamo l’ambiente adatto.
Secondo la teoria dello psichiatra James Hillman questo seme, chiamato daemon, completo alla nascita (corpo, mente e anima/spirito), contiene le nostre potenzialità, i rischi che dovremo affrontare e il destino che siamo invitati a costruire in questa vita.

Nella terza parte del libro l'autrice riprende alcuni concetti già trattati in precedenza. Il tema di fondo è sempre lo stesso: fa male tutto ciò che discrimina e allontana dal proprio cammino di vita, dal proprio daemon; fa bene tutto ciò che aiuta a percorrerlo e a realizzarlo. Occorre anche indovinare la terapia farmacologica, completandola con la psicoterapia, con le pratiche sportive e con tutto ciò che fa emergere la personale creatività, anche artistica, se la si possiede.

Nell'ultima parte Marie-Françoise esamina i Servizi Sanitari e ne segnala anche le disfunzionalità.
La presidente di Cercare oltre ha avuto modo, oltre alla sua esperienza diretta, di incontrare e di discuterne con molti familiari e utenti della psichiatria adulti, i quali ritengono che non vi sia una seria indagine diagnostica preliminare. Le visite mensili con uno psichiatra si riducono a un colloquio di 20 minuti circa, dovuto anche alla scarsità di personale sanitario.
Quando gli operatori discutono del programma integrato di interventi a favore del singolo paziente, si riscontra purtroppo che attualmente i tirocini formativi sono "eterni", non portano a un lavoro e sono retribuiti in modo "scandaloso" (200 euro al mese).

Una richiesta delle associazioni che va avanti da 15 anni è il telefono di soccorso h24, specializzato durante le crisi che gli utenti hanno tra le mura domestiche. Non è mai stato attivato perché, secondo i servizi, "costerebbe troppo".

Lo strumento più tipico e più controverso della psichiatria è Il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), argomento affrontato in molti seminari di studio. Per il figlio di Delatour, i 5 TSO sono stati percepiti, non sempre a ragione, come una "galera punitiva", essendo stato Antonio uno spirito libero.
Un discorso a parte va fatto per i caregiver, familiari che si occupano delle persone ammalate. Si verifica spesso che tutta la famiglia è in sofferenza e non ha il dovuto supporto dai servizi.
Lo stigma nei confronti dei malati mentali è ben presente, si percepisce “a pelle” , infatti Marie-Françoise e suo marito Luigi, lo hanno riscontrato nel lungo periodo in cui hanno avuto contatto con i servizi, anche se hanno tentato di convincere il figlio che le sue percezioni erano esagerate.
La ricerca scientifica, secondo il parere di Delatour, non si occupa in maniera approfondita di questa malattia e la politica adottata è poco attenta e quasi del tutto inesistente.

La conclusione della quarta parte è riservata a mettere in rilievo un programma di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei cittadini sul tema della Salute Mentale. "Ci vuole una città" è il nome dato all'iniziativa dal Dipartimento di salute mentale di Bologna, volto a informare, prevenire e mobilitare i molteplici responsabili come Università, scuole, Enti locali, i politici che governano Bologna e la Regione Emilia-Romagna, il Terzo Settore e il volontariato. Così si tenta di sdrammatizzare e superare con il loro contributo lo stigma, o almeno si spera.

Oltre a fare una disamina accurata della situazione attuale della psichiatria, con questo libro Marie-Françoise Delatour ha voluto ricordare Antonio per lasciare una traccia non tanto della sua malattia, quanto del suo pensiero come uomo dalla piena personalità.
A lui ha dedicato, insieme al marito, tutta se stessa. Il volume è imbastito con i fili dell'amore incondizionato di una madre che sacrifica la sua vita e lascia il suo lavoro per essere in tutti i modi vicina al figlio, tanto da aiutarlo nella continua ricerca della sua ragione di vita, per esserci e per contare.

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Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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