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Il cinema come terapia: esplorando la relazione positiva con la salute mentale

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Rocco De Luca, redattore di Sogni&Bisogni

Nella salute mentale la visione condivisa di film è un potenziale alleato terapeutico perché è in grado di creare empatia in modi significativi, offre la possibilità di identificarsi con i personaggi, di condividere le loro esperienze e di vivere le loro emozioni e può offrire uno spazio sicuro per esplorare e comprendere i propri sentimenti. Una connessione empatica che può contribuire a ridurre il senso di solitudine e isolamento delle persone.

Spazio Rondine cinema

 

In un freddo pomeriggio di dicembre incontro Francesca Scibilia e Bibi Bizzaro, due Educatrici Professionali di Spazio Rondine (Società Dolce) che hanno deciso di raccontarci l'attività di gruppo che si svolge in centro a Bologna: “Il cinema offre opportunità di distrazione positiva, una riduzione dello stress, rilassamento e benessere psicologico, uno sgancio temporaneo di problemi quotidiani, oltre che stimolare le abilità cognitive, comunicative e relazionali”, dicono.

Gli incontri del gruppo cinema di Spazio Rondine sono programmati con una cadenza quindicinale, il mercoledì pomeriggio, e si svolgono presso il Cinema Odeon di via Mascarella. “Viene precedentemente data comunicazione al gruppo per il luogo e l’ora dove ritrovarsi, sempre in un punto conosciuto vicino al cinema – dice Bizzaro - Ad attenderli ci siamo io e Francesca, che li accogliamo e accompagnamo durante tutta l’attività. Il luogo e l’orario possono variare a seconda della scelta del film”.

Scibilia invece racconta che nella fase iniziale di accoglienza del gruppo c’è sempre uno spazio dedicato ai saluti e allo scambio di comunicazioni, richieste e bisogni. Alcuni partecipanti si fanno promotori della scelta del film che vogliono vedere, ma c’è sempre la massima condivisione e il rispetto di ogni singola opinione. C’è anche la possibilità di dividersi in due gruppi, affiancati sempre dalle educatrici, se le scelte sono diverse su più film. In una fase successiva c’è l’occasione di condividere informazioni sulla trama e sui contenuti del film visti. Bizzaro aggiunge che dopo la visione del film, si vedono all’esterno del cinema per una restituzione collettiva sulle tematiche affrontate e il livello di gradimento. “Si tratta di un gruppo abbastanza storico, in cui si è instaurato un buon legame tra i vari partecipanti, quando si incontrano si salutano con piacere, osservano se manca qualcuno e lo ricordano all’educatrice e aspettano se qualche persona ritarda”.

La scelta del Cinema Odeon non è casuale. Essendo un cinema storico a Bologna è più gradito dal gruppo perché offre film di un certo spessore e di qualità sia per i temi dedicati che per il contesto. Bibi e Francesca tengono a precisare che tra le varie visioni di film di diverso genere, da quello drammatico, alla commedia, storico, documentari su personaggi famosi, recentemente la scelta è ricaduta sul documentario-film sulla vita di Giorgio Gaber “Io, noi e Gaber” e “C’è ancora domani” di e con Paola Cortellesi, che sono stati molto apprezzati dai partecipanti, per la regia, il contenuto, gli attori coinvolti e la loro interpretazione, permettendo un costruttivo e utile scambio tra loro per le emozioni che hanno suscitato.
Il cinema, con la sua magia visiva e narrativa, si rivela un potente alleato per la salute mentale. Guardare film non è solo un'esperienza di intrattenimento, ma può anche offrire numerosi benefici psicologici. Innanzitutto, i film forniscono un'importante fuga dalla realtà. Attraverso storie coinvolgenti e mondi fantastici, permettono al pubblico di distaccarsi dai problemi quotidiani, offrendo un prezioso sollievo dallo stress. Questa pausa mentale può favorire il rilassamento e contribuire a una prospettiva più positiva.

Inoltre, i film hanno il potere di suscitare emozioni profonde. Dalle risate alle lacrime, le varie sfumature emotive stimolate durante la visione possono fungere da “valvola di sfogo”, consentendo al pubblico di liberare tensioni accumulate. Questo processo emotivo può essere terapeutico, aiutando a esplorare e comprendere meglio i propri sentimenti.
La diversità delle storie cinematografiche offre anche un'opportunità unica di prospettive. Attraverso personaggi complessi e trame articolate, i film possono insegnare empatia e comprensione verso le esperienze altrui. Questo è fondamentale per la salute mentale, poiché promuove la connessione umana e abbassa le barriere dell'isolamento.

Opere cinematografiche che trattano in maniera sensibile disturbi mentali possono essere un mezzo efficace per promuovere la riflessione e la consapevolezza emotiva sia individuale che di gruppo, condividere le proprie esperienze, anche per rompere gli stereotipi che spesso le circondano e lo stigma associato a essi. Infine, il cinema può essere una forma di condivisione sociale.
Andare al cinema tutti insieme crea momenti di legame, offrendo opportunità di discussione e di condivisione di emozioni. Questa connessione sociale è cruciale per il benessere mentale, fornendo un sostegno emotivo e consolidando legami significativi. “Questa attività è in essere da molto tempo, poiché ha un alto indice di gradimento, stimola e consolida le autonomie e essendo in esterno e centrale a Bologna, facilita gli spostamenti delle persone”, dicono Bizzaro e Scibilia.

In definitiva, il cinema non è solo un rifugio temporaneo dalla realtà, ma una finestra aperta verso mondi emozionanti e riflessioni profonde. Attraverso la sua potente capacità di trasportare, stimolare e connettere, il cinema si erge come un prezioso alleato per la nostra crescita emotiva e il benessere mentale. Nelle sue immagini e storie, troviamo non solo intrattenimento, ma anche un rifugio che nutre la nostra anima, ci avvicina agli altri e ci ricorda che, anche nelle sfumature di un'opera cinematografica, possiamo trovare ispirazione e comprensione per la complessità della vita.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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