• Home
  • documenti
  • Articoli
  • La sfida per avere tutto di Nando e Sandro

La sfida per avere tutto di Nando e Sandro

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Maria Berri, redattrice di Sogni&Bisogni

"Avere tutto" (Einaudi, 2022) scritto dal riminese Marco Missiroli, è un romanzo breve che racconta il legame intimo che unisce un figlio con il vizio del gioco d’azzardo a un padre con la passione per il ballo. "Avere tutto" è la storia di Nando Pagliarani e di suo figlio Sandro, di una Rimini in cui i gabbiani non urlano mai, di serate provinciali e di una domanda ricorrente: "Dove vorresti essere con un milione di euro in più e parecchi anni in meno?"

Foto libro editore avere tutto

La trama
Sandro decide di tornare a Rimini per festeggiare il settantaduesimo compleanno di suo padre Nando rimasto da pochi mesi vedovo. Lascia Milano, la città dove si è trasferito per lavorare nel settore dell’advertising, mosso dal desiderio di trascorrere del tempo in compagnia del padre e spinto dalla necessità di allontanarsi dai debiti dovuti alla ludopatia e dalla fine della storia d’amore con Giulia.
A Rimini Sandro ritrova la vita lenta di provincia, gli amici d’infanzia e un padre che, dopo la morte della moglie Caterina, dedica intere giornate alla cura dell’orto e ogni sera esce silenzioso di casa, sale a bordo della sua Renault 5 per rincasare solo a notte inoltrata. Incuriosito da queste uscite, Sandro segue il padre fino all’ingresso del cinema Atlantide che nei mesi estivi si trasforma in una sala da ballo dove Nando, scoperta una seconda giovinezza, vive la passione per la danza, un tempo condivisa con la moglie.
Nel corso dell’inedita convivenza nella vecchia casa di famiglia, piena di ricordi e dell’evanescente presenza di Caterina, il rapporto padre-figlio si rinsalda grazie a una nuova complicità fatta di lunghe chiacchierate che svelano paure, rimpianti, rimorsi e segreti.
Durante queste confessioni, Sandro racconta al padre come ha avuto inizio la sua ludopatia, Nando rivela al figlio di essere gravemente malato e di avere solo pochi mesi da vivere. Sandro dovrà fare i conti con le sue fragilità per prendersi cura di Nando e per stargli accanto, impotente, durante la lotta di suo padre contro la morte.

Gli attori dell'opera
Nel romanzo sono presenti oltre a Nando e Sandro anche gli amici d'infanzia di Sandro (l'io narrante), Bibi, la sua ragazza riminese, e altri amici del padre. Le più importanti figure femminili (Caterina e Giulia) che hanno segnato la vita di Nando e Sandro sono, come lo stesso autore le definisce, bassorilievi cioè figure di sfondo che però sono costantemente presenti nell'opera.
Spiccano il carattere del padre, nel quale si sente l'amore per il figlio in una apparente rudezza, e la sensibilità del figlio che sembra non completamente in grado di affrontare il difficile momento che sta vivendo.

Il GAP
Il gioco d'azzardo patologico, l'altro grande protagonista, è la febbre che divora Sandro, l'alter ego dell'autore. Come lo descrive Missiroli, il vizio del gioco è quella forte "emozione che parte dall'incavo del braccio, come un tremore, poi si avverte una pressione allo sterno, mancanza di salivazione, palpitazioni che porta alla conduttanza cutanea intensificata (attività elettrodermica). Gli stessi sintomi dell'innamoramento". Ma è una smania pressante.
Sandro, quindi, soffre di ciclotimia da gioco, che rientra nel gruppo dei disturbi bipolari. La caratteristica principale di chi ne è affetto è l'alternarsi di periodi di lieve depressione e periodi ipomaniacali durante i quali il soggetto ha un ottimismo eccessivo, un umore euforico e la sensazione che tutto sia possibile.
I genitori di Sandro avevano intuito il suo problema e sottacevano quando il figlio prendeva i risparmi di casa per pagare i debiti di gioco.
La madre però, aveva tentato di dissuaderlo per indirizzarlo verso uno specialista, ma invano. Sandro passava da periodi in cui non si avvicinava alle carte, con conseguenti crisi di astinenza che lo portavano a ingrassare, a periodi in cui ci ricascava inesorabilemte.

Lo stile e il linguaggio
Lo stile del romanzo ricalca molto quello delle rappresentazioni teatrali, fatte da fitti dialoghi e frasi serrate. In "Avere tutto" Missiroli segue il flusso dei propri pensieri guidando il lettore nei continui salti temporali tra il presente a Rimini e il passato denso di ricordi. Lo stile asciutto e cronachistico si carica di emozioni laddove fa ricorso al dialetto romagnolo che contribuisce a definire l’intima grammatica degli affetti di Nando e Sandro.

Il messaggio
Rischiare per avere tutto è questo il messaggio del romanzo, rischiare per non sentirsi schiacciato dal peso dei rimpianti, del poteva essere e non è. Nando e Sandro sono accomunati dalla medesima smania di vincere, il primo nelle gare di ballo insieme a Caterina, il secondo nelle partite di poker dei più esclusivi tavoli milanesi. Per Nando "avere tutto" è ottenere il primo premio al Gran Galà della Baia Imperiale di Gabicce grazie al salto Scirea del Pasadèl da lui inventato; per Sandro è spennare i principianti e sentire il formicolio ai polpastrelli nel prendere in mano le carte.
Se vincere è sempre stata l’ambizione di entrambi, se le partite a un tavolo da gioco o quelle della vita sono la sfida, loro neppure lo sanno. Ma è arrivato il momento di affrontare la realtà, i giorni, la malattia, i ricordi, i rimpianti, le cose perse e quelle che sopraggiungono facendo rumore e silenzio allo stesso tempo.
Il romanzo, dunque, è una storia di dipendenze, la dipendenza di due uomini per una donna che non c'è più, Caterina, e quella dal gioco d'azzardo che corrode fiducia e autostima.
La morale del romanzo sta nelle consapevolezza del padre e del figlio che "avere tutto" significa in fondo desiderare "solo le due o tre cose per cui veniamo al mondo" e l'assenza di Caterina e di Giulia, che sono presenti solo nei ricordi, permette loro di giungere a tale conclusione.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

Scorciatoie

Sogni&Bisogni

Associazione Cercare Oltre

presso Istituzione Giancarlo Minguzzi
Via Sant'Isaia, 90
40123 Bologna
Codice Fiscale: 91345260375
email: redazione@sogniebisogni.it

Privacy&Cookies

Privacy Policy Cookie Policy