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Nasce Spazio Rondine per rispondere alle nuove esigenze della salute mentale

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Rocco De Luca, redattore di Sogni&Bisogni

Dal 1 marzo 2023 l’ex centro diurno Rondine gestito dalla cooperativa Società Dolce in via Abba ha cambiato sede, nome e approccio alla salute mentale. Oggi si chiama Spazio Rondine e si trova in via Serlio, nel parco del Dopolavoro ferroviario.

Foto articolo Rondine

La cooperativa Società Dolce lavora nell’ambito della salute mentale dagli anni '90 del secolo scorso e la risposta educativa è nel tempo completamente cambiata, arrivando a superare i centri diurni. Per questo ora si parla di spazi.

Il budget di salute, uno strumento utilizzato da alcuni anni nella salute mentale, ha contriuito al cambiamento, portando una vera rivoluzione sia per le persone seguite dai servizi sia per il gruppo di lavoro che, negli anni si è evoluto e rinnovato.

Il cambiamento è stato possibile anche grazie all’elasticità degli operatori che gestiscono il servizio: sono partiti, tanti anni fa, dal concetto di centro diurno, un luogo con un orario fisso, con un numero di utenti fisso (circa 25-30 e sempre gli stessi), per cinque giorni a settimana, e sono arrivati a occuparsi, solo come Società Dolce, di circa 150 persone, lavorando sul territorio in una fascia temporale molto più ampia, con attività di gruppo, individuali, di accompagnamento e sull’abitare, per tutto il tempo in cui una persona è un paziente.

Spazio Rondine rappresenta un percorso basato sulla scelta, non facile, di trovare una realtà sul territorio, che potesse dare una risposta alle nuove esigenze, in un contesto completamente diverso. Ecco perché oggi si trova al Dopolavoro ferroviario (Dlf), un luogo in cui convivono tante realtà diverse perfettamente integrate tra loro.

Il Dlf è un’associazione che, a partire dal 1929, offre spazi di cultura e che rappresenta davvero l’idea di comunità, specchio di diversità che vivono insieme. Una realtà che porta un valore aggiunto alla città perché nasce come risposta ai bisogni della cittadinanza, senza nessuno scopo di lucro, come spiega Marzia Pasotti, la presidente dell'associazione.

Abbiamo trovato subito una sintonia con l’associazione che ci ospita, supportandoci a vicenda con lo scopo comune di crescere insieme”, dice Pietro Vittuari, coordinatore del servizio di Spazio Rondine.

Non c'è più la mega struttura di 600 metri quadrati di via Abba, ma uno spazio più piccolo inserito in un contesto fatto di tante micro realtà, quello del Dopolavoro ferroviario, e nella città metropolitana stessa. Nella nuova struttura si svolgono alcune attività ma il lavoro più significativo si fa sul territorio o nei luoghi di vita delle persone seguite.

Il gruppo di lavoro ha accompagnato l'evoluzione di questo servizio in tutti i passaggi e ha avuto la capacità di evolversi individuando i nuovi bisogni e le nuove necessità. Questo non è più solo uno spazio della salute mentale, ma è uno spazio della città, per la città.
Di fronte a nuovi obiettivi molto impegnativi, non è così scontato che gli operatori siano ancora motivati e manifestino passione. A loro tocca il non facile compito di concretizzare questi obiettivi nella quotidianità.

Società Dolce è riuscita a mantenere un costante impegno nell’ambito della salute mentale, evolvendosi e accogliendo i cambiamenti: è come essere stati accompagnati in un passaggio di vita e di storia”, ha detto Carla Ferrero, vicepresidente di Società Dolce e presidente del Consorzio Indaco.

Da educatore e parte attiva dell'équipe di Spazio Rondine, credo che in questo momento storico ci troviamo davanti alla necessità di un cambiamento, organizzativo e culturale, e sono certo che le novità in arrivo potranno agire da stimolo e da facilitatore per i nuovi scenari che affronteremo in un futuro non troppo lontano.




 

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