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Gli interventi per il reinserimento sociale di chi si è ritirato in casa

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

Nel Centro Tasso, la struttura riabilitativa gestita dalla cooperativa AssCoop in Bolognina, il gruppo di lavoro è composto da educatori professionali che lavorano attraverso il Budget di salute in convenzione con il Dipartimento di salute mentale di Bologna. Vengono attivati progetti riabilitativi personalizzati in cui la persona è coinvolta e partecipa direttamente al suo percorso di cura, insieme alla sua équipe di riferimento del Centro di Salute Mentale e ai familiari.

Foto art educarici

                  Foto di Anthony Tran su Unsplash

I Budget di salute possono interessare aree diverse: socialità, lavoro e abitare. In quest’ultimo la figura educativa viene coinvolta principalmente per supportare la persona nell’acquisizione o ri-acquisizione e nel consolidamento di competenze e autonomie utili a saper gestire la propria abitazione.

Lavorare sull’abitare vuole dire aderire a un progetto generale sulla persona attraverso la relazione, valutare le capacità che la persona ha nel relazionarsi con la quotidianità, fra cui la gestione del denaro, la preparazione dei pasti, la pulizia della casa e l’igiene personale”. Manuela e Francesca sono due educatrici professionali del gruppo operativo di AssCoop che lavorano anche con persone che necessitano di un intervento nell’area dell’abitare. I motivi del disagio possono essere molteplici e diversi; l’intervento educativo viene svolto presso il domicilio della persona e ha come obiettivo quello di renderla sempre più autonoma e indipendente nella gestione della vita quotidiana e del suo ambiente di vita. Alla base di un buon intervento riabilitativo vi è la relazione di fiducia che si instaura tra educatore e persona.

I progetti personalizzati con Budget di salute prevedono verifiche periodiche nelle quali deve essere coinvolto l’utente in modo che possa esercitare responsabilità e protagonismo: questi momenti di confronto sono utili per una valutazione del progetto e per la sua possibile rimodulazione. Tutte le persone coinvolte nel Budget di salute condividono l’obiettivo del progetto e la persona non si sente invasa la sua sfera personale perché è protagonista nel decidere come declinarlo. Con gli interventi domiciliari si entra nel privato della persona e occorre una buona capacità sia di stare nell’attesa, sia nel creare una relazione significativa.

Dopo la pandemia si è notato un notevole incremento di ritiri. “Uno dei Budget di salute attivi al Centro Tasso è rivolto a una persona giovane; è stato anche uno dei primi casi di ritiro sociale che abbiamo conosciuto. Chiusa nella propria camera collegata all’esterno attraverso il computer, le tapparelle abbassate con una sospensione fra giorno e notte; non ama il contatto diretto con gli altri. Non è stato scontato entrare nella sua camera. Si parla attraverso la porta chiusa, poi la porta si apre e mano mano che aumenta la relazione metti piede in camera. Entri in un mondo esclusivo dove a volte non entrano neppure i genitori. Dopo mesi siamo riuscite ad alzare la tapparella e aprire la finestra. Il continuo rispetto dei tempi affinché la relazione non si interrompa richiede che si debba entrare in camera sì, ma sempre in punta di piedi. Abbiamo lavorato in compresenza per la cura dell’ambiente domestico, abbiamo svolto interventi esterni al domicilio e infine è arrivata la ricollocazione nel mondo sociale e lavorativo”, spiegano le educatrici.

Lavorare in coppia è stato un punto di forza per avere un continuo confronto costruttivo, un supporto emotivo durante situazioni complesse, un approccio complementare in cui ogni educatore ha potuto apportare una prospettiva diversa con esperienze e competenze specifiche. Sono stati interventi efficaci per permettere di creare un ambiente inclusivo. La collaborazione e il supporto reciproco hanno favorito lo sviluppo di abilità sociali, relazionali e comunicative, migliorato la qualità dell’interazione sociale.

Sono state attivate varie strategie e una serie di iniziative, utilizzati vari metodi e strumenti tra cui il metodo Feinstein e social skills training. L’utente ha avuto modo di sperimentarsi in simulazioni per provare a esercitarsi su situazioni di socialità, ipotizzare argomenti di conversazione, allo scopo di imparare a esprimersi e relazionarsi. Sono stati previsti anche momenti più concreti sull’abitare nel supporto, come ad esempio, lavare i piatti e quali azioni in sequenza da imparare e quale prodotto comprare.

Quando la persona vive in famiglia è importante farsi conoscere e accettare anche da loro per una maggiore collaborazione. Qualsiasi piccolo cambiamento è un successo per tutto il nucleo famigliare. Il passaggio successivo ovvero uscire di casa è ancora più delicato perché la persona potrebbe sentirsi minacciata dal giudizio degli altri, dalla paura di relazionarsi, dal timore di affrontare il mondo esterno e anche andare a prendere un caffè può essere considerato un primo obiettivo”.

Le esperienze di Francesca e Manuela testimoniano che il reinserimento nella comunità è possibile. Sperando sempre che ogni confronto con le difficoltà quotidiane sia occasione per fortificarsi e non per regredire alla condizione di ritirato in casa, dove ogni problema viene lasciato fuori dalla porta ma coltivato dentro di sé fino a diventare un ingombrante e sgraditissimo ospite sempre presente.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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