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Marco e il corso di informatica: “Credevo di annoiarmi, invece mi sono divertito!”

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Rocco De Luca e Chiara Ghelfi, redattori di Sogni&Bisogni

Ho deciso di iniziare con un grazie: grazie a chi mi ha dato questa opportunità, grazie a chi ha organizzato, grazie a chi mi ha supportato e soprattutto grazie alle persone che hanno partecipato insieme a me”. Queste sono state le prime parole che Marco ha pronunciato all’inizio della nostra intervista.

Foto Articolo Testimonianza Rocco Chiara2022

In un pomeriggio invernale, davanti a una cioccolata calda, in un bar all’ombra delle Due Torri, incontriamo Marco, che ha deciso di raccontare la sua testimonianza, ovvero come la sua quotidianità è migliorata grazie alla tecnologia e alla partecipazione al Progetto Comunicazione-Alfabetizzazione informatica di P.a.co.(Progetti di attività e di comunità).

I corsi di alfabetizzazione informatica sono nati nel 2020, durante la pandemia: le persone erano costrette a un isolamento forzato e abbiamo pensato a un modo per farle sentire meno sole insegnando loro a usare gli strumenti tecnologici. La grande adesione e l'entusiasmo per il progetto ci hanno spinto a riproporli negli anni successivi come attività di gruppo su tutto il territorio di Bologna e provincia.

I principi alla base di questi corsi sono il benessere della persona, un ambiente positivo di condivisione e la possibilità di stare insieme e creare relazioni di amicizia. Un altro punto di forza è la flessibilità con cui abbiamo lavorato: abbiamo seguito le dispense create per i partecipanti, ma adattando i contenuti ai bisogni reali delle persone (imparare a inviare una mail, mandare un sms, fare una ricerca su Internet o una videochiamata) con esercitazioni pratiche che permettessero loro di imparare da subito ciò che più necessitavano.

Marco ha 35 anni e un passato di grandi difficoltà relazionali. La sua modalità di approccio era estremamente provocatoria e svalutante. Questo portava conflitti all’interno dei vari gruppi. La famiglia, composta dal padre e dalla sua compagna, e dal fratello minore di Marco, è sempre stata motivo di grandi tensioni. Il padre non ha mai accettato la malattia del figlio e ha sempre avuto nei suoi confronti un atteggiamento critico, sminuente, che sfociava in liti e frustrazioni.

Un giorno, l’educatore referente del budget di salute, mi ha parlato del progetto di informatica e della possibilità di partecipare. Ho accettato, con un po' di timore, vista la mia fobia a parlare davanti alle persone, ma avevo il desiderio di imparare a utilizzare la tecnologia e a non vederla sempre come un qualcosa di complicato e ingestibile”, racconta Marco. Durante il corso ha avuto la possibilità di condividere in gruppo le difficoltà che si possono incontrare nell'uso dello smartphone, ha imparato a inviare una mail e a usare strumenti per effettuare videochiamate.

Ci tengo a dire che non è stato solo un corso, è stato un momento di socializzazione e condivisione, è stata un’occasione per ridere e scherzare, è stata una possibilità per conoscere persone nuove, per creare dei rapporti – continua Marco - Il clima all’interno dei corsi è sempre stato positivo e leggero con momenti di vero divertimento, che ha reso l’apprendimento di nuove nozioni e consolidamento delle pregresse, un percorso efficace. L’ultimo giorno del corso, parlando con uno dei partecipanti gli ho detto: 'Credevo di annoiarmi, invece mi sono divertito'”.

Tutto questo è Marco, il corso di computer è stato solo un piccolo tassello del progetto che gli ha dato una maggiore sicurezza in se stesso, un maggiore autocontrollo per costruire rapporti significativi, amicali e duraturi. Partecipare a un’attività di gruppo in un contesto non stigmatizzante lo ha portato a migliorare la cura di sé e ad avere una maggior attenzione anche nella scelta dell’abbigliamento.

Prima dell’estate 2022 Marco ha espresso il desiderio di concludere il suo percorso all’interno del Centro Rondine, una scelta che è stata condivisa con la sua equipe di riferimento, in quanto ha raggiunto pienamente gli obiettivi che si erano prefissati a inizio progetto.

Ogni tanto, in via Abba, sentiamo suonare il campanello: è Marco che ci viene a salutare.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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