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“A occhi aperti”: il mondo nello sguardo di cinque giovani con disabilità

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Daniele Collina, redattore di Sogni&Bisogni

Per tutto il mese di dicembre 2022 presso la Biblioteca Comunale Prometeo di Minerbio si tiene una mostra davvero speciale. Le opere esposte sono il risultato del corso di fotografia “Guardo attraverso lo smartphone” a cura di Joanna Carlini e frequentato da Francesco, Gemma, Jessica, Juliana e Jupiter, 5 ragazzi seguiti dal Servizio disabili del Distretto Pianura Est.

Foto Mostra Minerbio

Per conoscere la storia del corso e della mostra “A occhi aperti” noi della redazione di Sogni&Bisogni ne abbiamo parlato con Catia Rambaldi, assessore alle Politiche sociali, sanitarie, famigliari e per l’infanzia del Comune di Minerbio, Joanna Carlini, fotografa francese docente del corso e curatrice della mostra e con Francesco che ha seguito il corso assieme agli altri ragazzi.

Il corso – dice Catia Rambaldi – è stato organizzato dal Comune di Minerbio insieme all’associazione GRD Genitori Ragazzi Down Bologna (che si occupa non solo di sindrome di Down ma anche di disabilità intellettive) presieduta da Antonella Misuraca. Seguendo le attività di questa associazione sono venuta a conoscenza delle varie attività rivolte ai ragazzi che l'Associazione propone: laboratori di teatro, corsi fotografici, di ballo e altro. Queste iniziative si svolgono prevalentemente a Bologna e non sempre è comoda da raggiungere dai paesi dell'area metropolitana, per questo ho pensato di dare la possibilità di fare esperienze simili ai ragazzi disabili del nostro territorio. Non essendo il Comune che segue il servizio disabili, i partecipanti sono stati individuati dal Distretto socio-sanitario Pianura Est che ha cercato tra i propri utenti chi avesse voglia di fare questo corso”.

Il corso si è tenuto in 5 incontri, il sabato mattina, ed è stato interamente gratuito allo scopo di creare, per i partecipanti, delle opportunità per il tempo libero, opportunità che in questi territori spesso scarseggiano. “Con questo corso fotografico abbiamo voluto – prosegue Rambaldi – gettare le basi per creare proposte di svago e socializzazione rivolte anche per chi, di solito, non può accedervi per mancanza di offerta adeguata. Il gruppo che si è formato per il corso ha permesso a ragazzi e ragazze di creare delle occasioni successive di incontro per passare del tempo insieme”.

Joanna Carlini è stata coinvolta in questa iniziativa grazie a un amico che lavora con GRD-Bologna che stava cercando qualcuno per il corso. Joanna è esperta di fotografia, soprattutto nel campo cinematografico, ha studiato alla Sorbona di Parigi, ed è stata subito molto interessata dato che in Francia ha spesso lavorato con le scuole facendo workshop artistici con ragazzi di zone molto difficili di Parigi.

L’idea del corso – spiega Joanna Carlini - era di fare fotografie con il cellulare raccontando il paese di Minerbio attraverso lo sguardo di questi ragazzi. Ogni sabato è stato utilizzato per provare diversi approcci alla fotografia. Abbiamo cominciato vedendo foto di fotografi famosi, come ad esempio Martin Parr, che ritraggono la vita quotidiana riprendendo soggetti che sembrano prosaici ma che in realtà sono molto poetici. Un sabato abbiamo visto il bianco e nero, uno sul fotografare la città, uno sui ritratti per il catalogo e l’ultimo sabato è stato dedicato agli autoritratti. Guardavamo insieme delle foto per capire cosa raccontavano, quali emozioni suscitavano e poi si usciva per guardarci intorno, osservare e fotografare”.

Con questo corso Joanna Carlini spera di avere dato ai partecipanti l’amore, il gusto per le piccole cose e per i dettagli perché la fotografia è guardarsi intorno. L’idea era di far amare Minerbio ai ragazzi e raccontare le loro emozioni con la fotografia, di non vergognarsi a fare una foto perché non c’è una foto sbagliata. “Sono stata molto emozionata quando è finito il corso, avrei voluto continuare a fare fotografie con i ragazzi, ognuno di loro aveva uno sguardo particolare, ad esempio a una ragazza piaceva tantissimo fare foto al cielo e ai paesaggi, a un’altra piacevano i bambini, uno voleva sempre fare selfie”.

Con Francesco abbiamo parlato del perché ha scelto di seguire questo corso. “Io sono autodidatta, già di mio cercavo di coltivare questa arte prendendo spunto dai grandi fotografi che vedevo anche sui social. Secondo me la fotografia rispetto ad altri strumenti dà un campo di visione a 360°, non ci sarà mai un dettaglio uguale a un altro, ogni volta lascia qualcosa di diverso. Quando faccio una foto provo la curiosità di cercare una visione diversa delle cose, quelle viste il primo giorno di corso mi hanno aiutato ad avere un punto di vista più completo”. Francesco racconta che ha interagito con gli altri ragazzi del corso in maniera naturale: “Qualcuno già lo conoscevo, una ragazza è una mia collega di lavoro, con un’altra ragazza avevo già fatto un progetto di teatro, ho provato con tutti loro una sorta di familiarità”.

Il passaggio dal corso alla mostra era già nell’aria fin dall’inizio perché è stato un modo di rendere protagonisti i ragazzi. Il corso si è tenuto nei locali della biblioteca di Minerbio. Inaugurata nel 2016, ha una architettura futurista rispetto al resto del paese ed è molto frequentata: al suo interno ci sono anche gli spazi per la mostra. “Il catalogo – racconta Catia Rambaldi – è stato un extra che abbiamo deciso di fare dopo aver visto la qualità del lavoro svolto nel corso. L'ostacolo dei costi è stato superato dalla generosa collaborazione di alcune attività locali, il negozio Happy Video Foto ci ha stampato gratuitamente le foto e Coop Reno ha permesso la pubblicazione del catalogo. Ritengo sia importante, per la buona riuscita di un progetto come questo, coinvolgere e rendere partecipe la comunità. Insieme, ognuno per la sua parte, abbiamo contribuito a realizzare questo progetto, insieme abbiamo creato un'opportunità di svago e di apprendimento per un gruppo di ragazze e ragazzi ai quali spesso sono precluse queste esperienze. Abbiamo messo al centro la loro capacità di essere protagonisti attraverso un'esperienza che mi auguro possa aver dato loro la consapevolezza di essere interpreti attivi di una comunità inclusiva. Come piace a me: è stato un lavoro corale”.

La mostra è stata curata da Joanna Carlini, che ha scelto le fotografie da esporre, 7 per ogni partecipante. Le immagini raccontano moltissimo: “Alcune sono state anche per me una sorpresa”, dice Joanna. I titoli delle immagini sono stati scelti dai ragazzi e dalle ragazze: “Nello scegliere il titolo per le mie foto mi sono preso fino all’ultimo giorno, alla fine ho trovato una sorta di filo conduttore, ogni foto si collegava a un’altra in maniera naturale, la scelta non è stata forzata”, racconta Francesco.

All’inaugurazione della mostra era presente anche la sindaca di Minerbio, Roberta Bonori, che fin dall’inizio ha accolto con entusiasmo il progetto del corso. Nella sua introduzione al catalogo racconta quello che si può considerare il migliore risultato: “Se si guardano le foto di questo libro ci si accorge subito che l'obiettivo è stato pienamente raggiunto: il problema delle persone che ritraggono non emerge, non si capisce se abbiano una disabilità o meno. Semplicemente ci regalano i dettagli che hanno colto e interpretato. Quando parli di disabilità ti aspetti sempre una fotografia di qualcosa che manca, invece qui c’è tutto, la loro vita, il loro sguardo che è indispensabile per allenare il nostro e migliorarci”.




 

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La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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