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Da piazza Lucio Dalla alla città: la salute mentale è un interesse collettivo

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

Piazza Lucio Dalla è un luogo nella zona di Bologna nota come Bolognina in cui, da qualche tempo, alcuni abitanti della zona si riuniscono per parlare davanti una birra, giocare a carte o a scacchi, dare un’occhiata alle bancarelle dei libri usati. Finalmente uno spazio intitolato a un grande artista popolare nato e vissuto in città, coperto da una tettoia che ricorda le vele di un vascello firmata dallo storico ingegnere Pier Luigi Nervi.

Foto Piazza Dalla                  Nella foto Valerio Grutt, poeta e conduttore, Paolo Bordon, Direttore generale dell'AUSL di Bologna, Matteo Lepore,  Sindaco di Bologna,
                      Maria Letizia Guerra, Università di Bologna, Federica Mazzoni, Presidente del Quartire Navile,
Luca Rizzo Nervo, Assessore al Welfare,
                     nuove cittadinanze, fragilità del Comune di Bologna.


Un palco incorniciato da una quinta colorata con il logo dell’AUSL di Bologna ospita un conduttore e la successione continua dei relatori dei tavoli che si sono tenuti da fine settembre fino appena al giorno prima. Venerdì 14 ottobre è andata in scena la giornata della salute mentale secondo la zona metropolitana della città di Bologna. Operatori, familiari, utenti, cittadini hanno partecipato alle discussioni che si sono svolte nei principali luoghi dove si svolge la cura della mente, siano essi centri terapeutici, luoghi di lavoro per gli utenti dei Centri di Salute Mentale, accoglienti cohousing o semplici luoghi di socializzazione come un bar.

Non è un caso che la formula proposta fosse quella del “caffè randomizzato”, una chiacchierata informale fra piccoli gruppi di persone, ma non per questo meno attenta o profonda di un convegno istituzionale.

In questa e nelle prossima newsletter abbiamo raccontato e racconteremo qualcuno dei tavoli ai quali abbiamo partecipato e perciò non troverete in questo articolo nessuna traccia delle tematiche emerse in questi formidabili dibattiti. L’idea è quella di concentrarci sulle parole di chi, in rappresentanza del Comune di Bologna, della giunta intera, ha raccolto spunti e preso impegni nei confronti di tutti coloro, circa 900 persone, che hanno partecipato ai più di 30 tavoli territoriali.

Al direttore generale dell’AUSL di Bologna Paolo Bordon il compito di introdurre le altre autorità, ricordando che il Community Building in ogni sua forma ed espressione metodologica deve essere alla base nell’integrazione dei servizi sociosanitari. Il successo di questi tavoli dedicati al tema della prossimità mostra come il dialogo fra le parti in una comunità sia imprescindibile: ne è testimonianza la grandissima partecipazione che ha caratterizzato tutto il percorso (in tempi brevissimi!) fino alla sua presentazione nella rumorosa piazza Lucio Dalla.

La presenza del sindaco di Bologna Matteo Lepore, sensibile ai temi popolari, ha dimostrato che la questione salute mentale sta attraversando le vite delle persone con un impatto drammatico. “Da questo momento dobbiamo fare cose importanti - ha detto Lepore - perché nella complessità del governo e dei bilanci non dobbiamo fare passi indietro riguardo ai diritti alla salute della persona. Dobbiamo inventarci strategie nuove. Nello statuto del Comune ci sarà il principio alla coprogettazione condivisa con il mondo del terzo settore. Le relazioni possono fare la differenza nella nostra città. Dobbiamo aprirci come Comune alle restituzioni e alle proposte che emergeranno”.

Federica Mazzoni, presidente del Quartiere Navile, sede di tante iniziative dedicate alla salute mentale, come la piazza Dalla in cui si è tenuta la restituzione pubblica dei tavoli e la Casa di Tina, ha ricordato che il quartiere è il primo livello in cui la cittadinanza e le persone palesano i loro bisogni. “La salute mentale ci deve vedere in un patto solido. Come istituzioni vogliamo fare la nostra parte con voi operatori familiari e utenti per intercettare le domande delle persone che, a causa dei numerosi determinanti sociali attuali, stanno aumentando come numero”.

Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare, nuove cittadinanze, fragilità (deleghe mai state così esplicite nel delineare le necessità del “popolo” della salute mentale) offre un’idea di salute come interesse collettivo, come bene comune e sociale dove è necessaria la partecipazione di tanti e la pluralità dei punti di vista. “Proveniamo da tre anni difficili - ha detto l’assessore Rizzo Nervo - Questo lavoro che avete compiuto è un canovaccio fondamentale per il futuro delle politiche cittadine sulla salute”.

Nell’attesa di un riscontro operativo su un effettivo lavoro di rete che raccolga le numerose richieste e proposte emerse da ciascun tavolo ci affidiamo ad alcune considerazioni di Alessandro Bergonzoni che, dal video, ha mostrato l’aspetto della sua oratoria più serio e convinto, essendo un grande sostenitore dei diritti alla salute mentale. Bergonzoni si è espresso dicendo che dai politici cittadini si aspetta la realizzazione di un modello di FeliCittà, ricordando che il mondo psi è fatto di diagnosi e di necessità, di “Complessi di Edipo e Complessi di E dopo?”, con un azzeccatissimo riferimento al problema del Dopo di Noi, che rappresenta l’unificazione delle ansie e delle aspettative di familiari e utenti su una condizione di reale autonomia.

Fra le Cinque Vie per il benessere, indicate in uno studio anglosassone che individua nella curiosità nell’attività fisica, nelle relazioni, nella generosità e nella formazione continua cinque punti fondamentali per coltivare la salute mentale, Bergonzoni ne ha indicata una sesta: l’arte.

Che la medicina alternativa non è un’alternativa alla medicina ma è complementare. Infine una durissima stoccata al Potere e alle Amministrazioni che minimizzano il problema e mancano di visione e previsione. Ricordate, ammonisce un veramente notevole e saggio Bergonzoni, che quella della fragilità mentale è una condizione apparente di inesistenza esistenziale. Ma le persone con disturbi, per quanto si possa tentare di ignorarle, ci sono e hanno, oltre che diritti civili, anche intelligenze e capacità imprevedibili, in senso costruttivo.

Report dei tavoli dell'evento "Salute Mentale Bene Comune"




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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