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Il nostro sguardo - mostra fotografica di GRD Bo al mercato Sonato a Bologna

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Antonisia, Greta e Elena, educatrici responsabili del progetto

L'Associazione Genitori Ragazzi Down (GRD) opera da anni sul territorio di Bologna e provincia, con l'obiettivo di sostenere i ragazzi con sindrome di Down, o altre disabilità intellettive, nella costruzione di un progetto di vita concreto e realizzabile; inoltre, persegue lo scopo di stimolare gli interessi e la creatività di ogni ragazzo proponendo attività diverse e pensate ad hoc.

Foto Mostra GRD

Attualmente l'associazione offre una serie di progetti, in risposta all'emergenza Covid, che hanno il fine di coinvolgere i ragazzi in attività creative che favoriscono la socializzazione, offrono possibilità diversificate di espressione emotiva, di stimolazione cognitiva, di potenziamento dell'autostima, di riduzione di comportamenti disfunzionali. Con l'emergenza sanitaria, infatti, in un'ottica di riduzione del danno psicologico causato dall'isolamento e per contrastare lo sviluppo di nuove forme di fragilità, si è pensato di fornire nuove possibilità di espressione per valorizzare le loro risorse e per incentivare l'empowerment di ognuno, nonostante il periodo limitante. Permettendo ai ragazzi di sperimentarsi in attività innovative, si dà la possibilità ad ognuno di scoprire competenze e attitudini che non sapeva di avere, facendoli sentire efficaci e competenti; lavorando in un contesto di gruppo si cerca allo stesso tempo di favorire un clima collaborativo, cooperativo, di rispetto reciproco. Coerentemente con tali fini, l'associazione ha promosso un progetto di fotografia per creare momenti di socializzazione nel rispetto delle misure restrittive, per sollecitare l'inventiva dei ragazzi e la consapevolezza del periodo storico in atto attraverso lo strumento della fotografia.

Il progetto in questione, della durata di circa un anno e in fase conclusiva, si è adattato alle esigenze dei due gruppi a cui è stato proposto, diversificando le richieste e le modalità tenendo conto delle specifiche esigenze e possibilità espressive.

Il primo gruppo composto da ragazze con un range d'età tra i 24 e i 26 anni, ha seguito, e suggerito allo stesso tempo, delle tematiche concordate con le educatrici affini all'emergenza sanitaria, per elaborare attraverso la fotografia, la sofferenza legata al periodo, la paura della malattia, la frustrazione legata alle limitazioni, la voglia di normalità; inoltre si è voluto valorizzare il territorio e l'importanza dell'individualità di ciascuno all'interno delle dinamiche di gruppo.

Per il secondo gruppo, composto da ragazzi tra 14 e 16 anni, tutti con la sindrome di Down, il progetto si è diviso in due parti. La prima parte centrata sul fotografare, aveva come obiettivo quello di rivalorizzare l'importanza delle relazioni amicali che con il lockdown erano state penalizzate. I ragazzi quindi hanno fotografato sia loro stessi insieme, scegliendo pose e luoghi, sia oggetti e cose per loro importanti. Attraverso la fotografia si è cercato ristabilire le capacità di condivisione, co-decisione e visione dell'altro, cercando di contrastare atteggiamenti ego centrati che l'isolamento sociale ha contribuito a rafforzare. In un secondo momento si è deciso di commentare le foto insieme, creando spazi di riflessione, immaginazione e creatività. Rivedere insieme le foto ci ha permesso di dare significato ai dettagli, particolari, che magari durante la passeggiata non si notavano ma che fotografati prendevano importanza.

Per entrambi i gruppi il progetto ha consentito, in zona arancione, di riscoprire la città di Bologna e dintorni e i suoi parchi, e le fotografie sono state scattate seguendo un itinerario programmato di trekking urbano, durante la zona rossa ognuno faceva le foto o dalla finestra o del proprio giardino o attraverso il computer tanto utilizzato durante questo periodo.

E stato considerato fondamentale concludere il progetto attraverso una mostra, con l'esposizione di fotografie selezionate e post prodotte da un professionista, per restituire ai ragazzi, alle loro famiglie, ai compagni di viaggio e alla comunità tutta, una prova tangibile e gratificante del loro impegno, che ha consentito di raggiungere in molti casi opere creative e poetiche che esprimono appieno le anime complesse dei ragazzi. La mostra si è tenuta dal 31 gennaio al 5 febbraio presso il Mercato Sonato, è stata molto apprezzata.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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