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Condividere una palestra per includere tutti

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di Daniele Collina, redattore di Sogni&Bisogni

L’attività sportiva è fondamentale non solo per mantenere una buona forma fisica ma anche per favorire la socializzazione. In questo contesto si inserisce il progetto “#sportivaMENTE. Sport, benessere per la Mente” promosso dalla Polisportiva San Mamolo e a cui hanno aderito le seguenti realtà: ASD di Promozione Sociale Non andremo mai in TV…; Cooperativa sociale Società Dolce; Associazione Assieme Si Cresce; Associazione Cristina Gavioli; Cercare Oltre APS; Associazione di promozione sociale no profit Il Ventaglio di ORAV; Associazione Onlus L’ARCO – Corrispondenze per la Recovery; Associazione Progetto Spazio e Amicizia; ASD Diavoli Rossi; Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna.

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Di questa iniziativa ne parliamo con Arianna che si occupa dei progetti sociali della Polisportiva San Mamolo, una associazione sportiva dilettantistica nata nel 1972. Negli ultimi anni ha voluto rilanciare la sua attività dando uno spazio sempre più importante all’ambito sociale. E infatti il suo motto è “educare alla vita attraverso lo sport”.

L’anno scorso l’istruttore Carlo ha espresso la volontà di lavorare nel campo della disabilità mentale. Insieme a Giovanni Comuzzi, psicomotricista della Cooperativa Sociale CADIAI, hanno presentato il progetto raccogliendo i fondi necessari grazie alla Fondazione Carisbo di Bologna e a Intesa SanPaolo Spa.

Il progetto è partito a ottobre 2021 e ha come obiettivo principale di erogare attività sportiva a titolo gratuito per favorire l’inclusione sociale di persone fragili affette da problematiche psichiche e quindi a portare un cambiamento sociale attivo nella comunità volto a superare la paura della malattia mentale.

Le attività sono aperte a tutti coloro che sono seguiti dal Dipartimento di Salute Mentale di Bologna e a tutti gli appartenenti alle associazioni coinvolte nel progetto. Due sono i gruppi di attività: uno dedicato a Basket e pallavolo e l’altro sul total body, cioè una ginnastica per tenere in movimento il corpo.

Arianna ci racconta che per la Polisportiva San Mamolo si tratta del primo progetto che coinvolge la salute mentale. Si stanno trovando molto bene e c’è stata una grandissima risposta. Molte persone la chiamano per avere informazioni o per iscriversi. Sono tutti molto contenti di questa iniziativa che si sta espandendo. Sono coinvolti anche operatori sanitari del DSM-DP che dopo avere letto il volantino chiedono di poter inviare i loro utenti. L’obiettivo ora è quello di raccogliere fondi per farne un’attività continuativa, un percorso insieme che duri senza avere un limite temporale di inizio e fine.

Per quel che riguarda lo svolgimento degli allenamenti e della ginnastica se ne occupa l’istruttore Carlo, in collaborazione con Giovanni Comuzzi, Alessandro e Francesco, educatori del Centro Diurno Rondine gestito dalla Dolce – Società Cooperativa.

Con Carlo abbiamo quindi parlato degli aspetti pratici del progetto. Carlo ha studiato Scienze Motorie, la triennale, seguita dalla Magistrale a Bologna. L’idea del progetto nasce dal vissuto di Carlo che ha fatto parte degli Scout, con i quali era spesso a contatto con ragazzi disabili, trovando piacevole dargli una mano, lavorare con loro trattandoli da persone “normali”.

In questo momento alle attività partecipano dai 10 ai 15 utenti. Carlo ci dice che si sentiva un po’ titubante dato che era il suo primo progetto in questo campo, ma poi è riuscito a stabilire un buon rapporto con i partecipanti. Agli istruttori dicono che si divertono: diversi hanno chiesto di poter venire sia a pallavolo e basket che alla ginnastica aerobica. Per Carlo questo è un indicatore che stanno svolgendo un buon lavoro. Non ci sono state critiche o abbandoni.

Le attività, racconta Carlo, si svolgono normalmente tra esercizi di riscaldamento e allenamento sui fondamentali per poi concludere con delle partite, la parte che piace di più al gruppo. Durante la ginnastica aerobica vengono svolti esercizi di resistenza, stando attenti a non stancare troppo gli atleti e cercando di coinvolgere tutti, concludendo con delle sfide su percorsi a ostacoli.

Vengono ovviamente seguite tutte le direttive anti Covid, cioè Green Pass all’ingresso e misurazione della temperatura corporea. Si cerca di evitare quando è possibile di scambiarsi la palla e quando il gioco lo obbliga si procede prima e dopo a disinfettarsi le mani. Fermarsi sarebbe negativo per molti, occorre comunque il massimo rispetto delle regole.

Per finire abbiamo sentito l’opinione di Francesco, un utente che partecipa alle attività di Basket e Pallavolo. Ha saputo di questa opportunità grazie all’educatore Alessandro e ritiene che sia un’ottima possibilità per sfogarsi e divertirsi. Non vede l’ora che si possa ritornare a fare dei tornei di basket con altri gruppi.

Con gli istruttori si trova molto bene, anche se ogni tanto ci possono essere dei diverbi. Francesco ci dice che sono bravi, sono “umani”. Secondo Francesco partecipare a questo progetto è un modo per conoscere altra gente, comunicare e farsi nuovi amici.




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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