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Intervista al nuovo direttore del DSM-DP Roberto Muratori

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

Con il pensionamento del dottor Angelo Fioritti nella direzione del Dipartimento di Salute Mentale-Dipendenze Patologiche (DSM-DP) dell’AUSL di Bologna gli succede il dottor Roberto Muratori con un incarico pro-tempore fino al luglio del 2022. Lo abbiamo incontrato nel suo nuovo ufficio per conoscerlo meglio e raccogliere alcune considerazioni sullo stato attuale della Servizi di Salute Mentale a Bologna e provincia.

Foto Muratori

Roberto Muratori, psichiatra, classe 1960, bolognese, ha lavorato soprattutto nei reparti di diagnosi e cura. I primi passi professionali a Modena, poi nel reparto di San Giovanni in Persiceto, dove nel 2010 ne diventa direttore, quindi all'ospedale Malpighi. Con la riorganizzazione territoriale assume anche la direzione della zona di Bologna est. “Da studente mi piacque molto il rapporto umano fra medico e persona con bisogni”. Questa la motivazione principale che ha spinto il dottor Muratori a diventare psichiatra. Un rapporto che in generale all’interno del DSM-DP dell’AUSL di Bologna, ad ogni livello, pare essere un elemento distintivo. “Dovrebbe essere così dappertutto, in ogni campo della medicina. Le persone devono essere messe in condizioni di lavoro che consentano di tirare fuori i loro lati migliori. Comunque un imprinting nel rapporto positivo fra medico e paziente è caratteristico della storia recente della psichiatria italiana”.

Come effetto secondario della psichiatria c’è l’abitudine a non giudicare la persona dal comportamento. L’empatia, la comprensione del disagio, ci spiega il dottor Muratori, fanno parte di quel bagaglio professionale che può riflettersi anche nell’incontro tra due persone, un aspetto che ama molto. Partecipare della sofferenza ma scoprire anche talenti inaspettati negli utenti fa parte integrante del sostegno e anche della cura.

Prima di diventare direttore del Dipartimento non ne conoscevo la complessità organizzativa, fra settori, programmi e attività. Ho scoperto importanti peculiarità in diversi àmbiti, come quella del rapporto con le associazioni di familiari e utenti. Ciò che è stato fatto con il Comitato Utenti Familiari e Operatori della Salute Mentale (CUFO) istituito dal dottor Fioritti è un’esperienza quasi unica in Italia. Ecco, la coprogettazione con utenti e familiari in ottica di sussidiarietà, cosa difficile dal punto di vista amministrativo e legale, è un punto da incrementare”.

L’inserimento lavorativo e il Budget di Salute sono altri elementi importanti che il dottor Muratori sottolinea. Ma la realtà non rimane sempre la stessa ed è necessario inseguire le esigenze che si propongono volta per volta e intervenire seguendo le urgenze principali. “Fra i miglioramenti che sarebbe opportuno attuare ci sono le liste d’attesa nella Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza, l’individuazione di spazi utili per svolgere attività terapeutiche per minori in difficoltà che non siano gli stessi dedicati agli adulti. Altro problema strutturale è quello di alcuni SPDC che andrebbero rimodernati e resi più accoglienti, più dignitosi per i pazienti. Se ci fossero più Centri Diurni si potrebbero evitare molti ricoveri e potremmo dare maggiore sollievo anche alle famiglie. Poi le disabilità gravi, la situazione carceraria minorile nella quale non si attua ancora quel reinserimento che si sta ottenendo nelle Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Infine segnalerei la crescita dei disturbi alimentari, i cui accessi si sono addirittura triplicati”.

Ma la pandemia ha fatto spendere alle Aziende Sanitarie cifre importanti che, anche se dovrebbero rientrare col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, non favoriranno probabilmente un grande incremento nei servizi da qui a breve. Cosa fare quindi in pochi mesi? “Vorrei presentarmi alla Direzione dell’AUSL di Bologna non con le criticità ma con proposte di soluzioni. Per questo ho già chiesto ai colleghi dei vari settori delle relazioni in proposito.

Sul piano del personale il direttore Muratori sottolinea ancora forti carenze quantitative ed è difficile chiedere sforzi ulteriori a chi è già in affanno. Un problema strutturale che nella pandemia dal punto di vista della cura degli utenti già in carico ai servizi ha tenuto bene, anche se da parte della comunità metropolitana c’è stata una forte richiesta di intervento psicopatologico per un’utenza nuova, soprattutto nella fascia adolescenziale.

Bisogna insomma sviluppare la capacità di osservazione delle veloci mutazioni socio-economiche che impattano inevitabilmente sulla Salute Mentale.
Infine, cosa pensa il direttore Muratori della Comunicazione nella Salute Mentale? “La comunicazione in generale è importante e devo dire che l’esperimento di Sogni&Bisogni è un veicolo importante. Anche per noi operatori, per rimanere informati su cosa avviene nel mondo delle associazioni, delle cooperative sociali, delle istituzioni territoriali. A San Giovanni in Persiceto siamo stati fra i primi a eliminare la contenzione ma non siamo mai riusciti a comunicarlo al di fuori dei convegni. Quando si hanno determinate ricchezze è bene confermarle.”

Essere direttore di un DSM è sicuramente un impegno gravoso. Esserlo pro-tempore ancora di più, dovendo svolgere una sorta di “corso accellerato” sul funzionamento di tutti i servizi. "Voglio conoscere bene la situazione, visto che sono in servizio attivo solo dal primo dicembre. Per questo desidero già da subito ringraziare chi mi è accanto sul lavoro e pazientemente mi sta spiegando quanto mi è ignoto soprattutto in ambito giuridico e amministrativo, sui bandi, sulle convenzioni. Nella speranza di dare continuità a quanto è stato fatto finora e che questa continuità nel metodo e nel merito prosegua anche il futuro”.

 




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

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...quando amavamo
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perché, dicevano, un pazzo
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Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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