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Un corso di giornalismo per i redattori della Salute Mentale

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

di Federico Mascagni, redattore di Sogni&Bisogni

L’essere umano è un sistema complesso che produce energia in maniera non infinita. Una proposizione pseudo scientifica che molti sentiranno propria in questo periodo che ci avvicina alle ferie natalizie. E così noi di Sogni&Bisogni, stanchi e logorati da quel micidiale cocktail che unisce la stanchezza mentale allo stress prodotto dai disturbi (un giorno magari vi spiegheremo la natura dei difetti che determinano una minore resistenza agli sforzi) ci sentivamo già da tempo diretti verso il binario morto nel quale avremmo impattato contro il paraurti ferroviario dell'attenzione.

Foto corso7

Anche per questo motivo aspettavamo con ansia il seminario di formazione giornalistica con Imma Vitelli. Una penna autorevole fra giornalismo, reportage e narrativa (La Guerra di Nina, Longanesi 2021) che ha accettato immediatamente e con entusiasmo l’idea di confrontarsi come insegnante nell’àmbito della Salute Mentale. Non che il suo “format” creativo “La Cura delle Parole” si distanzi molto dall’argomento della cura di sé, inteso come impasto fra mente e spirito, attraverso la scrittura; anzi a Imma sembrava, entrando in contatto con una comunità di utenti, di fare un deciso “upgrade” nelle sue esperienze in campo didattico. Da qui la sua generosità nell’accettare le condizioni proposte e rapportarsi alle differenti individualità con i dovuti registri emotivi. Proseguo con un breve diario che credo possa restituire in modo completo l’esperienza.

Giovedì 9 dicembre:
È una giornata piovosa. Accompagniamo Imma, che ha un corpo sottile di quelli che si indossano tutta la vita, dalla stazione centrale al Provvidone, la casa delle associazioni della Salute Mentale che spunta come uno degli ultimi funghi autunnali nella sterminata pianura di Castelmaggiore. Ad accoglierla all’ingresso della casa coloniale oltre ai partecipanti al seminario, provenienti dalle redazioni di Sogni&Bisogni, Il Nuovo Faro e il nuovo progetto della Consulta Regionale, ci sono anche Marie Françoise Delatour, presidente dell’Associazione “Cercare Oltre…” che ha fortemente voluto questo corso intensivo e Aldo Raffaelli socio di “Non Andremo Mai in TV”. Imma ci vuole conoscere e ognuno, seduto attorno a un tavolo, racconta di sé. Emergono storie che riguardano gli esordi psicotici dei partecipanti o le testimonianze di familiari. Imma sembra prendere le misure per quello che sarà un fine settimana molto impegnativo.

Venerdì 10 dicembre:
Si inizia alle 9 e rotti, visto che abbiamo sentito tutte e tutti la necessità di preparaci una colazione a base di caffè, latte (per pochi) e biscotti, scaldandoci le mani avvolgendo la tazza, gli sguardi dalla finestra fissi sull’orizzonte infinito dei campi congelati dalla brina. Imma fornisce i principi del giornalismo segnandoli nei grandi fogli mobili con un pennarello. Ma già dalle prime indicazioni intuiamo che il suo modo di fare giornalismo è molto differente da quello che siamo abituati a leggere sui quotidiani italiani. Al discorso diretto preferisce la narrazione, detesta gli attacchi virgolettati, non sono nel suo stile gli articoli con domanda in grassetto e risposta a seguire. Ritiene in genere la scrittura del giornalismo italiano abbastanza arida. Noi di Sogni&Bisogni riflettiamo silenziosamente ripassando tutti gli errori passati e prendiamo accordi con Imma per rivedere radicalmente ciò che è stato (“la scrittura è riscrittura” ama ripetere) e promettiamo una nuova concezione a partire dalla newsletter seguente, quella che state leggendo.

Sabato 11 dicembre:
Come ogni giorno di seminario passiamo a prendere i partecipanti appiedati e convergiamo da varie parti della città fino a Sabbiuno di Castelmaggiore, direzione Provvidone. La prima giornata è trascorsa con qualche naturale tensione. Daniele e il suo scetticismo, Maria e qualche difficoltà a confrontarsi con un gruppo, Alessandro e Marzia alle prese con la scelta difficilissima di mettere su carta un momento decisivo della vita in relazione alla malattia. Grazie ai potenti mezzi del Provvidone videoproiettiamo le immagini di reportage e di documentari. Li osserviamo, li sezioniamo, li discutiamo. Poi nel pomeriggio, dopo un pranzo a base di cannelloni e insalata mista consumato nell’attrezzatissima cucina del Provvidone, ci mettiamo a scrivere i nostri pezzi. Riunione e aria fra i tavoli di vera redazione. Emozionante, difficile. Daniele viene incaricato da Imma di esercitarsi su un’intervista: il risultato lo potete leggere fra gli articoli di questa newsletter decembrina.
Si finisce come il giorno prima alle 19. Dalle nove del mattino alle sette di sera. Un record per tutti gli utenti, abituati a soglie di stress molto inferiori. Che sia l’atmosfera e la voglia di cambiamento? Di certo questo seminario qualcosa sta smuovendo a livello interiore, vista la difficoltà di Alessandro di raccontarsi intimamente (ne risulterà l’ennesima conferma del suo talento nella scrittura) e la forte partecipazione emotiva di Marzia.

Domenica 12 dicembre:
Ultimi veloci ritocchi per i ritardatari e i nostri articoli vengono letti a voce alta. Le correzioni sono solo una parte del metodo, quasi liturgico, di condivisione. Ciascuno partecipa delle emozioni, dei risultati e delle difficoltà dell’altro. Dalle parole di alcuni il desiderio è di uscirne cambiati. Non so se sarà effettivamente così. L’opportunità ci è stata data. Ognuno sarà libero di farne tesoro. Di certo dobbiamo ringraziare chi ci ha trasmesso la propria esperienza e conoscenza con l’obiettivo di migliorare la nostra scrittura e, con essa, favorire una trasformazione soggettiva. Il resto è un piatto di tortellini in brodo in centro e il treno per il ritorno, destinazione Roma.



 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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