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Il cambiamento del mondo sognato su un palco

aggiornato al | Staff | ARTICOLI

Notti nebbiose in questo dicembre bolognese. L’umidità trafitta dalle luci notturne dei lampioni entra nelle ossa nonostante i vestiti imbottiti. A passi spediti, mani in tasca, si raggiunge facilmente il Cinema Orione, illuminato a festa per lo spettacolo-raccolta fondi dell’associazione Genitori Ragazzi Down di Bologna.

Foto GRD7
Sulle scale e all’ingresso si incontrano genitori e amici per una sigaretta o per quattro chiacchiere prima dell’inizio della serata. Un rapido controllo del green pass in una zona diaframma fra esterno e interno e si entra nella sala d’ingresso del teatrocinema di via Cimabue, dove in un tavolino due volontarie in abiti rosso natalizio controllano i biglietti e raccolgono donazioni dentro a un grande bussolotto di cartone.

Si potrebbe pensare che chi ha acquistato i biglietti siano tutti soci dell’associazione” racconta la presidente Antonella Misuraca “e invece ben oltre la metà sono stati comprati da persone che volevano sostenere l’iniziativa. La vita è fatta di incontri, di idee condivise, di possibilità raccolte e oggi siamo qui a farci gli auguri tra una canzone, un ballo e altro.” Ma quando mi accomodo all’interno della calda e accogliente platea, dove fra le file scorrazzano scatenati i bimbi dell’associazione riconoscibili attraverso le magliette che indossano con il logo GRD, lo sguardo abbraccia una platea dai posti quasi esauriti.

Ci sono grandi e piccini, anche se non tutti quelli che seguono le nostre attività. Per precauzione in questo periodo ancora di pandemia” continua Antonella “ma i genitori che sono presenti si sono messi in gioco, con spirito comunitario”. E infatti il clima è quello di una festa informale. Quando ci sono i piccoli sul palco gli sguardi si spostano verso la platea a cercare mamma e papà, le mani sventolano per salutare chi sta sul palco, che risponde a sua volta al saluto sorridendo.

Il programma prevede quadri di giochi circensi di Marco e Jeorge trasfigurati in gesti scenici per i piccoli, dove semplici foulard e stoffe di scena servono per mimare i classici giochi di prestigio della scomparsa e ricomparsa, giochi che attraggono ma che sono laboratori di crescita, di competenze, di paure da superare. Per i più grandi i giochi circensi vengono sostituiti da un laboratorio di teatro per esprimere emozioni , riconoscersi, comprendersi, vedersi negli occhi di chi ci guarda, ragazzo, adulto, come tutti. O almeno così si vorrebbe.

Antonella Misuraca cita una frase di Gandhi “si tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”, perché solo se sogniamo un futuro che ci piace avremo possibilità: e lei sostiene, che dobbiamo sognare insieme per realizzare integrazione vera.

Sempre la presidente di GRD Bologna presenta i primi numeri e fra un cambio di scena e l’altro racconta dell’associazione. Parla dei numerosi laboratori espressivi e delle attività sussidiarie e dell’impegno perché “ noi crediamo nelle potenzialità dei nostri figli, dei nostri ragazzi”. Racconta delle relazioni che si creano fra ragazze e ragazzi, alcune affettuose e durature. Storie non solo di disabilità ma di cittadinanza, di giovani coppie che devono potere accedere a soluzioni abitative accoglienti e adatte al loro futuro. Si chiama Dopo di Noi, e riguarda il futuro di chi deve riuscire ad essere autonomo anche quando i genitori non ci saranno più.

Ma sul palco è già pronto il grande coro di bimbi e adolescenti che intonano la canzone natalizia sui diritti di John Lennon. Per tutta la serata lo spettacolo è la gioia, il divertimento di stare sul palco oppure di essere spettatori in platea dei genitori che in maniche di camicia e cravatta o in maglie di lamé e scarpe comode ballano in gruppo mettendosi scherzosamente in gioco per i loro figli. Una cosa semplice, una piccola sorpresa che però scatena le risate maliziose dei ragazzi, che possono essere finalmente giudici impietosi e divertiti di questi genitori che con tanta generosità e leggerezza si sono messi a loro disposizione.

E poi ecco cosa vuol dire trovarsi e divertirsi a realizzare: un gruppo di 13 ragazzi da anni si è impegnato ad imparare a ballare boogie woogie, danza moderna, balli di gruppo, tutto quello che hanno proposto i due maestri di ballo Loris Righi e Irene Breveglieri, che con apparente leggerezza, li tengono uniti, li valorizzano, riescono a tirare fuori i meglio da loro, immaginando simpatiche coreografie. Tutto con grazia, leggerezza, di un clima che vuol dire il vero “fare rete” , “essere comunità accogliente”.

Dietro alla realizzazione di una serata come questa ci sono relazioni di amicizia che generano una rete sempre più ampia. Maestre di Canto come le sorelle Giulia e Margherita Colombini che prendono per mano un grande gruppo e riescono a portare fino in fondo un’esecuzione scatenata ma senza sbavature. O l’operatore storico dell’associazione, Hugo Venturelli, da sempre presente nei laboratori musicali e pronto a sostenere i suoi ragazzi anche sul palco. Si usa dire che l’unione fa la forza. Assistendo alle attività associative viene pensare che più che l’unione sia la relazione la vera forza per potere realizzare una serata e portare avanti un sogno di vita quanto più possibile autonoma per giovani con disabilità intellettiva.

 




 

Marco Cavallo - simbolo della chiusura dei manicomi

La Terra Santa

...quando amavamo
ci facevano gli elettrochoc
perché, dicevano, un pazzo
non può amare nessuno...

Versi tratti da "La Terra Santa"
di Alda Merini
Una raccolta di poesie che l'autrice scrisse quando era rinchiusa nel manicomio Paolo  Pini, di Milano.

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